Roma, capitale delle occupazioni. La protesta dell’ANP
Un comunicato dell’ANP di Roma e del Lazio, diffuso alla vigilia delle festività di fine anno, lamenta che ancora una volta molte scuole superiori romane siano oggetto dello “stanco rito” dell’occupazione.
“Ancora una volta noi presidi romani non possiamo non esprimere con grande fermezza la nostra indignazione, civile e professionale, di fronte ad un triste, ripetitivo fenomeno, tipicamente italiano e in gran parte romano, che solo negli ultimi anni, ha causato centinaia di migliaia di euro di danni a strutture scolastiche di scuole superiori, senza che siano mai stati individuati i responsabili”. E ciò malgrado il particolare impegno con il quale i dirigenti scolastici e i docenti affrontano “estenuanti trattative con piccoli gruppi di studenti” che impediscono agli altri di frequentare le lezioni.
La pressante richiesta dei presidi romani, finora inascoltata, è che si ponga in essere “un intervento decisivo delle autorità competenti al fine di individuare le esigue minoranze che ledono i diritti della maggioranza degli studenti”.
Ma quali sono le “autorità competenti” che dovrebbero intervenire? A quanto si deduce dal comunicato non quelle scolastiche ma quelle addette all’ordine pubblico e alla magistratura, dato che si tratta di fronteggiare “situazioni di illegalità diffusa, di confusione incontenibile, di totale irresponsabilità che si creano durante le occupazioni”. Segue un elenco di sì e di no da parte dell’Anp Lazio:
DICIAMO SÌ:
– ad una scuola che abbia come fine la crescita di studenti istruiti, formati nella personalità e cittadini di una comunità libera e consapevole ;
– ad un’autonomia viva e vitale che si alimenti di:
- partecipazione degli studenti, apertura alle loro proposte ed alla loro creatività;
- valorizzazione dei docenti nella pienezza della loro funzione anche di supporto alla crescita e autorganizzazione dei giovani;
- ruolo attivo e di garanzia dei dirigenti scolastici, supportati dalle istituzioni e dall’opinione pubblica;
– ad una scuola che comprenda spazi di didattica flessibile ed in rapporto con il territorio;
– ad un sistema di regole democraticamente condivise, in cui trovino posto la discussione, la critica e il dissenso;
– ad un dibattito vero su problemi concreti: stati dei locali, dotazioni, recupero degli studenti in difficoltà, servizi di supporto assicurati da specialisti
DICIAMO NO:
– all’inganno educativo che lascia credere che tutto sia consentito e privo di conseguenze;
– all’appropriazione della scuola da parte di alcuni, sottraendone la fruizione agli altri;
– alla liturgia delle occupazioni come rito obbligato dell’alunno, che deresponsabilizza gli adulti mentre priva i giovani del loro contributo e del loro sostegno.
Il documento è firmato dai responsabili della ANP della regione Lazio, Cristina Costarelli, e di Roma, Mario Rusconi.
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