Roma. A scuola distributori di merende biologiche

Cinquanta centesimi per una mela o una pera, ottanta per una banana, un euro e trenta centesimi per i pomodori ciliegini. Questi i costi che gli studenti romani dovranno sostenere per la propria merenda biologica a scuola, dove sono ora attivi distributori automatici di frutta fresca di stagione e spuntini con ortaggi, cracker e formaggio Dop (denominazione di origine protetta) laziale. I distributori sono stati installati, in forma sperimentale, presso due istituti, il liceo classico “Tasso” di via Sicilia e l’istituto tecnico “Sandro Pertini” alla Borghesiana, con prossima estensione di dieci distributori presso il liceo ”Mariani Terenzio”, l’istituto agrario “Sereni“, gli ospedali Sant’Andrea, Gemelli e San Giovanni, le sedi di Acea, Poste Italiane e, ovviamente, la Regione Lazio che ha promosso l’iniziativa.
Circa 200 i prodotti proposti dai distributori, suddivisi in 10 scompartimenti che contengono dai 12 ai 24 pezzi. Prodotti che potranno essere modificati e ampliati a seconda delle esigenze dei consumatori.
Una parte dei ricavati inoltre sarà devoluta all’azienda agricola che la Regione Lazio sta costituendo a Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo.
Merendine e bevande costituiscono un business non da poco nelle scuole: val la pena, dunque, che siano bio e nutrienti. Il numero di studenti consumatori nelle scuole statali italiane, fatta eccezione per quel milione che frequenta la scuola dell’infanzia, si può stimare intorno almeno ai 5 milioni.
Per un consumo medio giornaliero di bevande e alimenti intorno all’euro a testa, l’incasso giornaliero derivante dai distributori nelle scuole si può stimare nell’ordine di 5 milioni di euro, pari a circa un miliardo annuo di giro d’affari. Niente di male, e meglio se il prodotto è di qualità.