Ritorno a scuola e spazi alternativi: perché non avvalersi delle scuole paritarie?

Gli ultimi monitoraggi sul fabbisogno di spazi alternativi alle aule non capienti dovrebbero fornire l’entità esatta di locali esterni necessari per ospitare le classi da trasferire. Per il momento però ci sono soltanto voci che parlano di una stima di circa 20 mila spazi alternativi, tuttora oggetto di sopralluoghi da parte di Enti Locali e di dirigenti scolastici.

La verifica degli spazi esterni potrebbe anche concludersi con esiti negativi, per non parlare degli eventuali adattamenti dei locali per renderli funzionali e ricettivi per il servizio scolastico, e dei tempi necessari per completarli.

Ma è possibile un’alternativa? Nelle città e nei grandi centri urbani potrebbero essere disponibili aule e spazi idonei all’attività scolastica senza dover ricorrere ad adattamenti e opere di ripristino. Sono le aule di molte scuole paritarie che in questi anni sono state disattivate a seguito della rilevante perdita di iscritti.

Perché non avvalersi di quegli spazi e cercare di stipulare una apposita convenzione?

Se lo è chiesto anche il sen. Mario Pittoni (Responsabile scuola della Lega) che, in proposito, ha affermato “Azzolina pretende che i locali siano messi a disposizione a titolo gratuito”. Non sappiamo se la Ministra abbia effettivamente dichiarato quanto sostiene Pittoni, ma se dovesse risultare vero che l’uso eventuale dei locali delle scuole paritarie debba essere ceduto a titolo gratuito, sorprenderebbe che in piena emergenza il M5S continui ad essere contrario a qualsiasi forma di finanziamento e sostegno a scuole non statali (compresi, in questi casi, i proventi per gli affitti dei locali).