Ripristinata l’indennità di direzione per i vicari. Forse

Nei giorni scorsi l’Aran, sollecitata dal Miur, ha fornito una risposta circa la vigenza attuale dell’indennità di direzione e della sua applicabilità a favore dei presidi incaricati e dei collaboratori vicari.
Secondo l’Aran, l’indennità di direzione, non richiamata nel recente contratto per la scuola (e ritenuta da taluni soppressa), esiste ancora, pur non riportata nel testo del ccnl perché ritenuta (dalle parti firmatarie) sottintesa e ridondante.
Tutto risolto? Nemmeno per sogno.
Mentre l’Anp cantava vittoria per un risultato che l’Associazione aveva invocato fin dall’approvazione delle prime ipotesi di contratto, i sindacati firmatari hanno fatto sentire pesantemente la loro protesta, inviando al Miur una richiesta di non dare corso alle indicazioni dell’ARAN (il ministero non ha ancora emanato nessuna disposizione in merito) e preannunciando, in caso diverso, di ricorrere alla sede dell’interpretazione autentica.
In effetti la decisione dell’Aran lascia perplessi circa il metodo seguito. Trattandosi infatti di una questione complessa ed intrecciata, non avrebbe dovuto o potuto procedere unilateralmente nella risposta.
Nel merito invece la questione potrebbe essere fondata, come evidenzia l’Anp con propri commenti (www.anp.it) che non mancheranno di suscitare altre frizioni in campo sindacale.
L’orientamento del’ARAN ha già fatto il giro delle scuole con comprensibile interesse dei docenti vicari (10.800 circa) e dei presidi incaricati (quasi 2000) che trarrebbero dall’assegnazione dell’indennità di direzione consistenti vantaggi economici, anche con effetto retroattivo.