Ripartono le occupazioni studentesche: solo a Roma 50 istituti occupati. I presidi: ‘Bloccare questa moda dilagante’

Nemmeno il Covid è riuscito a fermare l’ondata di occupazioni pre-natalizie che è ripresa dopo lo stop dello scorso anno. Tra i motivi della protesta studentesca i problemi strutturali della scuola aggravati da pandemia e Dad. Solo a Roma la protesta ha portato un’ondata di occupazioni stimata dai presidi tra le 40 e le 50. Mario Rusconi, a capo dell’Anp della Capitale, chiede di “bloccare definitivamente la dilagante moda di occupare le scuole in autunno, da parte di una minoranza di studenti a scapito della maggioranza”. 

Per l’Associazione Nazionale Presidi “i ragazzi vanno ascoltati, perché insieme ai professori, vivono la scuola quotidianamente per cui conoscono da dentro le mancanze e i problemi che l’affliggono. Tuttavia siamo convinti che la forma di protesta delle occupazioni non porti ad alcun risultato, anzi finisce coll’aggravare le situazioni di diverse scuole“.

Occupazioni studentesche che, in un momento in cui vediamo risalire il numero di contagi da Covid19, non possono che creare preoccupazione. Tanto che i docenti di un liceo romani, l’Augusto, scrivono direttamente ai loro alunni mettendoli in guardia sul “rischio focolai” all’interno dell’istituto occupato. Ma gli studenti rassicurano: “Stiamo prendendo tutte le precauzioni”.

In  particolare, a voler placare gli animi è Camilla Volante, coordinatrice della rete degli studenti medi del Lazio: “I ragazzi stanno prendendo tutte le precauzioni – spiega -. Cercano di stare maggiormente in luoghi all’aperto e non al chiuso tutti insieme, ricordando al megafono di mettere le mascherine. Magari c’è il singolo studente disattento ma, ecco, sono casi isolati. Sono giovani e hanno quasi tutti due dosi, quindi sono accorti ma non hanno paura” del virus. Volante coglie l’occasione anche per sottolineare come, con Omicron in arrivo, sarebbe necessario aprire la terza dose anche agli under 18. D’accordo con la studentessa è anche il coordinatore nazionale della rete degli studenti medi, Tommaso Biancuzzi, secondo il quale, anche i più giovani “dovrebbero essere liberi di scegliere il vaccino e non sottoposti alla potestà genitoriale”.

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