Cambiamenti climatici: impossibile ragionarci senza conoscere le discipline scientifiche

A margine della grande manifestazione degli studenti per la difesa del clima, Il Messaggero ha intervistato la senatrice a vita Elena Cattaneo, biologa e accademica, nota anche per le sue ricerche sulle cellule staminali.

La prima sua considerazione non riguarda, come si potrebbe pensare, il mondo politico destinatario delle riforme per salvare il clima, bensì gli insegnanti. “Credo che questa mobilitazione – afferma – sia una grande occasione per ciascun docente di coniugare le proprie materie d’insegnamento al tema offrendo elementi conoscitivi, esperienze e riflessioni solide e accurate perché i ragazzi possano arricchire di senso critico le istanze civili e ambientali di cui si fanno portatori”.

Per la senatrice, dunque, il cambiamento passa prima di tutto dalla scuola e da una rivoluzione didattica: “In questo caso le discipline scientifiche spesso, a torto, ritenute meno appassionanti dai ragazzi possono fare la parte del leone. Impossibile ragionare di cambiamenti climatici senza conoscere queste materie”.

Ma la Cattaneo parla però anche di responsabilità dei ragazzi, in quanto “Manifestare, per gli studenti delle scuole, significa disattendere un dovere in modo consapevole e, di conseguenza, assumere la responsabilità di riempire di senso quella disobbedienza.

Insomma, se il manifestare è una specie di disobbedienza, una messa in discussione delle regole, dal momento della disobbedienza deve cominciare la responsabilità dell’agire e del conoscere.

Poi la senatrice non si sottrae a prendere posizione sull’opportunità di giustificare l’assenza, come ha proposto alle scuole il ministro Fioramonti.

Sono dubbiosa, invece, sull’opportunità di promuovere l’assenza da scuola da parte di chi, per ruolo istituzionale, la rappresenta, anche quando si condividono le finalità globali che spingono gli studenti ad assentarsi. Ho il timore che giustificare uno sciopero lo possa banalizzare. O, peggio, avere l’effetto di deresponsabilizzare lo studente rispetto all’importanza della sua scelta di parteciparvi”.