Rinnovo contratto: al via negoziato all’Aran. Sindacati ottimisti, ma c’è ancora tanto da fare

Il 9 novembre scorso si è aperto all’Aran il tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto del comparto “Istruzione e Ricerca”. Alla presenza dei sindacati il presidente dell’Aran, Sergio Gasparrini, ha illustrato gli obiettivi contenuti nel relativo Atto di indirizzo

Tra i principali obiettivi c’è la valorizzazione degli aspetti specifici legati alla professionalità e la formazione del personale. Sulla questione economica, invecele leggi di Bilancio hanno già messo a disposizione le risorse che servono per questo contratto. Un incremento medio di 85 euro mensili pro capite. Gli incrementi devono servire ad aumentare le varie voci contributive e migliorare gli istituti contrattuali. Nella legge di Bilancio sono già state stanziate le risorse necessarie a garantire, a chi già ne stava beneficiando, il bonus fiscale di 80 euro.

Il segretario generale Flc CgilFrancesco Sinopoli, ha sottolineato: «Abbiamo atteso molto per l’apertura di questa trattativa. Il CCNL rappresenta uno strumento importante per realizzare gli obiettivi di queste istituzioni, ci sono le condizioni per avviare una trattativa proficua, anche se all’interno dì un contesto molto complesso, sia per le caratteristiche del comparto, sia perché la legge di bilancio ha cominciato solo ora il suo iter».

Per la Flc Cgil c’è una profonda revisione normativa da fare. Il riferimento è in particolare alle leggi 150 e 107 che, a detta del sindacato, hanno ridotto gli spazi di democrazia, partecipazione e collegialità. La partita salariale è fondamentale e su questa il sindacato di Sinopoli intende rivendicare risorse aggiuntive. Otto anni di mancati rinnovi per la parte salariale e 10 per la parte normativa sono un’eternità. Per questo chiede che gli 85 euro già stanziati vadano sul tabellare. 

Un ultimo passaggio il Segretario lo ha fatto sul metodo di lavoro per la conduzione della trattativa, chiedendo tavoli diversificati sui vari settori scuola, università, ricerca e Afam e uno parallelo sulla parte comune, cosi da rendere la trattativa spedita. «Questo contratto deve prioritariamente servire a migliorare le condizioni di lavoro – ha concluso Sinopoli -, riaprire spazi di democrazia e partecipazione, riaffermare la collegialità del lavoro, attuare l’autonomia dei nostri settori, innalzare i livelli delle retribuzioni».

«Rinnovare dopo quasi dieci anni il contratto di lavoro – ha detto poi nel suo intervento a nome della Cisl Scuola la segretaria nazionale, Ivana Barbacci – è un’opportunità che va colta nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratoriSiamo pronti e determinati a lavorare perché si faccia non un contratto qualunque, ma un buon contratto. Alcuni punti fermi ci sono, e sono quelli contenuti nell’accordo del 30 novembre che la Cisl ha sottoscritto insieme alle altre sigle (Flc Cgil, Uil Scuola e Snals Confsal) con le quali si è avviato e prosegue un percorso comune. Il contratto è lo strumento per renderli pienamente operanti”. 
 
È scontato, per la Cisl Scuola, che rinnovare il CCNL non è condizione sufficiente per risolvere in un solo colpo tutti i problemi che la categoria sta vivendo, a partire da quello di un riallineamento degli stipendi sui valori europei che resta l’obiettivo su cui va messa in conto una prosecuzione anche in prospettiva delle azioni necessarie per incalzare Governo e Parlamento, rivendicando adeguate politiche di investimento. È tuttavia una condizione necessaria per muovere un primo importante passo in quella direzione.

«Abbiamo assistito, per anni, ad una interruzione della democrazia partecipativa di questo Paese – ha detto quindi Pino Turi, segretario Uil Scuolaora occorre riportare alla fisiologia le relazioni sindacali. Questo rinnovo contrattuale arriva dopo molti anni di blocco, un tempo c’erano le piattaforme, oggi questo sistema appare non adatto alle circostanze. Ciò che andremo a realizzare è un contratto che riconosca le specificità della scuola. Siamo contrari ad un contratto che si basi su una logica impiegatizia. Ci dobbiamo sforzare di fare un contratto che sia cucito sulla specificità della scuola. Deve essere un contratto a burocrazia zero», ha detto Turi nel definire le linee di indirizzo che seguirà la Uil scuola:

  • introdurre con il contratto i correttivi necessari per rimettere sui binari giusti gli elementi che la legge 107 ha fatto deragliare.
  • Spostare l’asse delle decisioni dall’organo monocratico agli organi collegiali. Rispettare le prerogative degli organi collegiali.
  • Riportare fisiologicamente, al rango che le compete, quello costituzionale, la libertà di insegnamento, così come previsto dalla legge.
  • La piattaforma contrattuale di riferimento è quella dell’accordo del 30 novembre.

Lo Snals-Confsal ha invece espresso soddisfazione per la volontà di chiudere il contratto in tempi brevi, ma ha anche sottolineato che la fretta non può, comunque, far perdere di vista i nodi che questo contratto deve sciogliere:recupero del potere d’acquisto, in 10 anni ridotto di almeno il 15%; aumento della retribuzione di base per tutti i lavoratori; riconoscimento dello scatto stipendiale del 2013; detassazione dei compensi accessori; valorizzazione di tutte le professionalità che operano nel Comparto. Queste le richieste di Elvira Serafini che ha dichiarato: «Vanno cercate risorse aggiuntive che compensino l’aumento del carico di lavoro imposto a tutto il personale del Comparto, anche per far recuperare agli insegnanti dignità e prestigio che la politica e la società devono loro riconoscere».

Serafini ha concluso: «Deve essere un contratto ‘di svolta’ che ponga fine anche alla conflittualità esistente tra legge e contrattazione a tutela dei diritti dei lavoratori, compreso quello della partecipazione reale ai processi di cambiamento. La Scuola, l’Afam, l’Università e la Ricerca non possono più attendere». 

Dopo gli interventi di tutti le organizzazioni sindacali, il presidente dell‘Aran ha chiuso la riunione rimandando ad una nuova convocazione del tavolo a stretto giro.