Riforme: i danni delle contrapposizioni ideologiche

Dopo la fase dell’ascolto, dopo i consensi e le critiche, il ministro Moratti si prepara quindi alla fase più delicata sul piano politico: la definizione degli strumenti normativi, dei modi e dei tempi per avviare la riforma.
L’impegno è preciso: far partire, gradualmente, il cambiamento già dal prossimo settembre. Ma i fronti che dovranno essere aperti in parallelo saranno diversi (vedi “TuttoscuolaNEWS” n. 29). Non sarà certamente un compito facile, né breve, come nel corso degli Stati generali ha rilevato il prof. Luciano Corradini in uno dei più applauditi interventi della due giorni romana.
“Una massima rabbinica dice che chi fa una legge deve avere il consenso di almeno il 50% di chi la deve applicare” – ha affermato il presidente dell’UCIIM nell’intervento (Intervento di Luciano Corradini agli “Stati generali dell’istruzione” ) – e a riformare la scuola, ci hanno provato in molti, da Gonella a Gui, dalla Falcucci a Berlinguer, ma “tutti coloro che hanno tentato di ridisegnare l’intero sistema scolastico hanno fallito”.
Per costruire la nuova scuola occorre infatti il consenso e la condivisione di tanti (“non si tratta di chiedere troppo poco, né troppo, ma di lavorare il più possibile con gli insegnanti, e con i dirigenti, reali, e non solo immaginati”). Il clima che ha accompagnato gli stati generali ha fatto invece trapelare segni di schieramenti opposti, di veti e di pregiudiziali quasi ideologiche, da un fronte e dall’altro: proprio il contrario di quel che serve.