Riforme della scuola: la nuova figura del docente nel DL del PNRR

Cresce l’attesa per conoscere il testo ufficiale del decreto-legge sulle riforme della scuola, dopo le diverse anticipazioni delle settimane scorse, accompagnate anche da polemiche, soprattutto da parte dei sindacati, esclusi di fatto da qualsiasi forma di condivisione. L’attesa è anche motivata dal fatto che il comunicato stampa emesso da Palazzo Chigi, al termine del Consiglio dei Ministri di giovedì, 21 aprile, nel dar conto dell’approvazione definitiva del decreto-legge, ha precisato che il testo definitivo è stato integrato con norme che prevedono:

– Nuove regole per la formazione iniziale e continua e per il reclutamento dei docenti della scuola secondaria;
– Percorsi certi per chi vuole insegnare;
– Definizione più chiara degli obiettivi e delle modalità della formazione dei docenti durante tutto il loro percorso lavorativo;
– Concorsi annuali per reclutare con costanza il personale, aprendo più rapidamente le porte ai giovani.

Il comunicato stampa del Governo parla soprattutto di formazione iniziale e continua degli insegnanti e del loro reclutamento, ma per l’altra riforma prevista dal PNRR, la carriera, tutto sembrerebbe rimandato all’esame del DL. O è saltata del tutto?

Formazione, reclutamento e carriera, dunque: tre riforme contestuali che metteranno alla prova il Governo e, soprattutto, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ma che, se riusciranno a realizzare gli obiettivi prefissati, segneranno certamente una svolta per la scuola italiana.

Nel rispetto della road-map del PNRR, il varo del testo di avvio di queste riforme è atteso tra poche ore; la loro formale definizione (con eventuali modifiche) l’avremo tra un paio mesi; l’attuazione vera e propria, con specifici percorsi, richiederà necessariamente tempi differenziati, tutti da definire.

Riforme che non partono da zero, in particolare quelle del reclutamento e della carriera per la valorizzazione professionale.

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