Riforma/2. La trasposizione meccanica delle confluenze penalizza la programmazione

Tra coloro che lamentano confusione nell’applicazione della riforma liceale, tecnica e professionale ci sono le Regioni. Il ritardo accumulato per la definizione dei regolamenti ha impedito loro di pianificare, nei tempi richiesti, la programmazione territoriale, avendo a riferimento i nuovi indirizzi, le nuove articolazioni ed opzioni.

Ad iscrizioni aperte è stata resa nota sul sito ufficiale del Miur la trasposizione meccanica della nuova offerta formativa nazionale in ambito locale. L’operazione sta procurando non pochi disagi alle Regioni alle quali è riconosciuta la competenza della programmazione territoriale dell’offerta formativa d’istruzione e formazione professionale.

Concorre ad alimentare il disagio e il disorientamento la mancanza di una comunicazione formale del Miur circa l’esatta ricaduta degli automatismi nazionali delle confluenze sulla programmazione territoriale, perché non può essere considerato produttivo di effetti giuridici erga omnes il semplice inserimento a titolo informativo del quadro nel sito.

Roberto Molinaro, assessore regionale all’istruzione del Friuli, sottolinea che le Regioni si sentono impegnate a sostenere la riforma, ma il “problema di fondo è rappresentato dal fatto che non esiste un quadro legislativo definitivo … siamo chiamati a fare il piano di programmazione della rete scolastica in una situazione di forte incertezza che coinvolge non solo chi lavora nelle scuole, le famiglie, i giovani, ma anche chi ha primarie responsabilità istituzionali sul territorio“.

La Toscana – ricorda l’assessore regionale all’istruzione Gianfranco Simoncini, si limiterà ad applicare “in modo pedissequo“, le tabelle di confluenza dei decreti in corso di pubblicazione. Nel merito entrerà solo dall’anno scolastico 2011-2012, attraverso un percorso di partecipazione aperto naturalmente alle scuole, ai Comuni e alle Province.