Riforma/1. Proteste e incertezze sulle confluenze ed altro

Molte scuole e diverse Amministrazioni locali protestano per la rigidità delle tabelle di confluenza allegate ai regolamenti Gelmini sulle scuole secondarie superiori e in qualche caso contestano le indicazioni date dagli Uffici Scolastici Regionali.

Non si tratta solo di una controversia di principio sulle competenze (quella in materia di programmazione della rete scolastica sul territorio appartiene chiaramente alle Regioni e alle Province). In alcuni casi di istituti ex sperimentali si pone un problema di coerenza tra il curricolo reale, definito dal decreto istitutivo e dalla prassi didattica consolidata negli anni, e quello formale, costituito dall’indirizzo di ordinamento al quale ciascuna sperimentazione doveva far riferimento anche ai fini del titolo di studio da rilasciare agli studenti che superavano l’esame conclusivo (maturità). Si fa l’esempio del liceo sperimentale della comunicazione e di alcune tipologie di liceo sociale, che fanno in genere riferimento al liceo scientifico, ma che sarebbero più affini ad altri indirizzi del nuovo ordinamento.

C’è poi il problema dei percorsi liceali opzionali (“economico-sociale” e “scienze applicate”), che molti istituti vorrebbero attivare in aggiunta ai corrispondenti licei col latino (liceo delle scienze umane e liceo scientifico). E certo non aiuta l’incertezza che tuttora circonda la versione ufficiale e finale dei regolamenti. Sembra che solo quello dei licei sia da considerare definitivo. Per i tecnici e i professionali, stando a quanto detto pubblicamente sabato scorso da un ispettore del Miur, si sta ancora lavorando…