Riforma/1. Ora comincia il difficile

Il testo ufficiale e finale dei nuovi regolamenti ritarda, sembra soprattutto per le ulteriori precisazioni chieste dal Ministero dell’Economia sugli effettivi risparmi derivanti dalla loro applicazione, ma a prescindere dai colpi di coda di questa sempre complicata vicenda, che non dovrebbe comunque ripercuotersi sui piani di studio (già pubblicati nel sito del Miur), ci sono non pochi problemi relativi alla concreta attuazione delle riforma.

Problemi che riguardano sia l’organizzazione dell’offerta formativa (se e quali opzioni e articolazioni saranno attivate dalle singole scuole), sia la programmazione sul territorio da parte delle Regioni e delle Province, soprattutto quando le articolazioni iniziano già dal primo anno, come nel caso dell’indirizzo per i servizi socio sanitari dell’istruzione professionale, che contiene le  articolazioni “Odontotecnico” e “Ottico”, eredi dei precedenti indirizzi.

Altri problemi di implementazione della riforma riguardano l’organizzazione degli insegnamenti e delle cattedre in assenza della revisione delle classi di concorso: per quanto riguarda il liceo artistico, articolato in sei indirizzi, si dovrà tener conto di quanti e quali istituti d’arte confluiranno nel liceo, e quanti e quali negli istituti professionali per l’industria e l’artigianato, con i relativi insegnanti; se e quanti insegnamenti aggiuntivi saranno attivati o attivabili nei licei; come gestire, anche sul versante della formazione dei docenti, nuove discipline come l’inedita accoppiata storia-geografia; come organizzare, negli istituti tecnici e professionali, gli insegnamenti che prevedono una forte presenza di laboratori e di compresenze dei docenti con gli insegnanti tecnico-pratici, come utilizzare gli ampi spazi di flessibilità distinti da quelli dell’autonomia per corrispondere a puntuali bisogni del territorio, in mancanza di indicazioni certe. L’autonomia delle scuole potrà in parte aiutare, ma un’accorta gestione anche amministrativa dei processi ai vari livelli di governo, cominciando da quello centrale, appare decisiva.