Riforma: quel comunicato stampa impreciso

Da Palazzo Chigi, pochi minuti dopo l’approvazione dello schema di decreto legislativo per l’attuazione della riforma nel I ciclo, è stato diramato un comunicato stampa, poi pubblicato anche su www.istruzione.it, che, forse per la fretta, contiene almeno due errori (che sono stati però presi per buoni da diversi giornali). Cerchiamo di chiarire.
Il primo è relativo all’anticipo di iscrizione dove si afferma che “…Nell’anno scolastico 2003/2004 hanno potuto iscriversi i bambini e le bambine che hanno compiuto i tre anni ed i sei anni entro il 28 febbraio…”. Ma come è noto, quest’anno l’anticipo è partito solo nella scuola elementare, data la ferma opposizione mostrata dai Comuni per la scuola dell’infanzia. La legge prevedeva sì da subito gli anticipi, ma la circolare di riapertura delle iscrizioni nell’aprile scorso ha sospeso le iscrizioni anticipate alla scuola dell’infanzia e non ne ha fatto più nulla. Se ne riparlerà per l’anno prossimo.
Sempre riguardo alle scuole dell’infanzia, c’è un’altra imprecisione. Si afferma infatti che l’orario andrà “per la scuola dell’infanzia da un minimo di 24 a 30 ore settimanali a scelta delle famiglie”. Ma dove sta scritto?
La previsione oraria – che rappresenterebbe un cambiamento rivoluzionario per la scuola dell’infanzia – non collima per niente né con la prima bozza del decreto, né con la sintesi del decreto legislativo pubblicata sul sito edscuola.it e attribuita al MIUR ( ) che parla invece di un orario annuo che può arrivare al massimo fino a 1700 ore nell’infanzia, corrispondenti, è scritto nella sintesi, a 48/52 ore settimanali a seconda che si prevedano 33 o 35 settimane all’anno.
Tra 30 ore settimanali e 52 ne corre di differenza, anche se nel comunicato stampa si parla di “tempo mensa escluso”: ma quante ore dovrebbero rimanere a tavola i piccolissimi?
Il comunicato è probabilmente frutto di Palazzo Chigi e forse della fretta, ma non sarebbe male se sul sito del ministero dell’istruzione si affrettassero a correggerlo.