Riforma Moratti/1: caccia all’ “agnello sacrificale”

In questa fine d’anno scolastico ciascuno fa i suoi bilanci: il ministro Moratti, dopo aver incassato a inizio stagione qualche successo sul fronte della sistemazione del personale (ricordiamo le 62.000 nuove assunzioni, diventate poi 68.000), e aver varato in pochi mesi la cornice del proprio progetto di riforma, sta vedendo allungarsi oltre le sue previsioni i tempi di approvazione della legge di delega. Ciò peraltro non per azioni ostruzionistiche da parte dell’opposizione (almeno per ora), quanto per i tempi tecnici che caratterizzano il passaggio parlamentare.
Che previsioni si possono fare? Considerando che il 29 maggio è il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti da parte dei gruppi parlamentari, è prevedibile che anche questa settimana scivoli via senza sostanziali passi avanti. Dopo questa fase preparatoria, inizierà il vero confronto parlamentare. Sembra che l’opposizione, pur manifestando una contrarietà di principio sul disegno complessivo e in particolare sullo strumento della delega al Governo, sia orientata per un iniziale atteggiamento di parziale apertura, teso a verificare la disponibilità da parte della maggioranza ad apportare delle modifiche alla proposta Moratti. Non si avrà quindi subito un “muro contro muro”. Se le cose andassero così, che scenario si potrebbe immaginare? L'”agnello sacrificale” offerto dalla maggioranza potrebbe essere l’ingresso anticipato nella scuola dell’infanzia, che d’altra parte non convince molti esponenti del Polo, a partire dallo stesso presidente della commissione Istruzione del Senato Asciutti (Forza Italia).
Qualora fosse confermato invece l’anticipo alle elementari, la scuola materna vedrebbe ridotta a due anni e mezzo la permanenza di molti degli iscritti, con un conseguente impatto sull’organizzazione del servizio.
Se su questi temi sembrano possibili delle mediazioni, più difficile appare un accordo sul nodo della precoce canalizzazione della popolazione studentesca tra il percorso liceale e quello della formazione professionale, e su quello della quota regionale dei programmi di studio, che potrebbe sovrapporsi ad una compiuta autonomia didattica delle scuole. Si preannuncia in ogni caso un’estate calda.