Riforma, ai blocchi di partenza il primo decreto

Il primo decreto legislativo di attuazione delle riforma Moratti (legge 53/2003), riguardante la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione, è ormai pronto e potrebbe essere presentato al Consiglio dei ministri del 9 maggio prossimo.

Nei primi giorni di questa settimana dovrebbe avvenire il previsto “concerto” del Miur con i ministri dell’economia, della funzione pubblica, e del lavoro, e poi venerdì prossimo dovrebbe cominciare, con l’approvazione in Consiglio dei ministri, il cammino del primo provvedimento attuativo della nuova legge: l’obiettivo del governo è che esso venga approvato in tempo per consentire alla riforma di partire a settembre in tutte le scuole dell’infanzia e nelle prime due classi della scuola elementare (primaria).

Ma perché ciò avvenga altri passaggi sono necessari: infatti, se il Consiglio dei ministri approverà lo schema senza obiezioni (che potrebbero venire questa volta dai ministri dell’Udc), il testo verrà sottoposto al parere della Conferenza unificata Stato-Regioni e a quello delle Commissioni parlamentari che avranno 60 giorni di tempo per esprimersi.

I pareri non hanno valore vincolante ma, se ci fossero richieste di emendamenti sostanziali, il governo non potrebbe non tenerne conto. In tal caso i tempi si allungherebbero e l’approvazione del decreto, attesa per fine giugno/primi luglio, potrebbe slittare, mettendo a rischio l’avvio della riforma sin dal prossimo settembre.

Sarà interessante vedere come il decreto ha affrontato alcuni nodi che negli ultimi tempi hanno acceso il dibattito sulla riforma, come, ad esempio, la questione del docente tutor, il problema del tempo pieno, il potenziamento dell’organizzazione scolastica in funzione degli anticipi. Su questi temi sono state date delle anticipazioni negli ultimi numeri di TuttoscuolaNEWS e di TuttoscuolaFOCUS.
Sarà interessante anche seguire la procedura consultiva di questo primo decreto, perché darà la misura della coesione della maggioranza e dell’incidenza del rapporto con le Regioni.