Rete scolastica, la Regione Sicilia va per suo conto

La circolare n. 28 del 5 ottobre, emanata dall’Assessore all’istruzione e formazione professionale della Regione Sicilia per definire i criteri di razionalizzazione della rete scolastica per il 2012-13, non lascia dubbi circa l’intenzione di ignorare completamente la nuova norma sulla riforma della rete scolastica prevista dalla legge 111 della scorsa estate.

La circolare riconosce che per effetto del consistente decremento della popolazione scolastica intervenuto in questi anni è necessario rivedere le situazioni delle istituzioni scolastiche sottodimensionate. Ma niente di più.

La base normativa di riferimento, secondo l’assessore regionale, non è però la legge nazionale, bensì una legge regionale (la n. 6 del 2000) che fissava più di dieci anni fa gli stessi parametri di dimensionamento allora previsti per tutte le istituzioni scolastiche italiane (di norma una popolazione scolastica compresa tra i 500 e i 900 alunni).

La circolare n. 5/2011 della Regione ignora l’obiettivo vincolante di costituire nel primo ciclo soltanto istituti comprensivi, limitandosi soltanto ad affermare che “va privilegiata la costituzione di Istituti comprensivi”. E il limite minimo di mille alunni per costituire istituti comprensivi autonomi? Ignorato completamente.

La Regione Sicilia in questo modo ha già anticipato l’applicazione della eventuale sentenza a proprio favore che la Corte Costituzionale potrebbe emanare in futuro a seguito dell’annunciato ricorso contro la legge 111/2011. Un comportamento ben diverso da quello delle altre Regioni che hanno annunciato anch’esse il ricorso alla Consulta, ma che intanto stanno procedendo ad un approfondimento volto a definire le linee d’indirizzo di un possibile percorso condiviso di attuazione delle previsioni della norma sulla base del quale avviare un confronto con il Miur.