Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Resistenza: una polemica sopra le righe

Lentamente, la Resistenza va scomparendo. Un’azione di demolizione metodica, inesorabile, che negli ultimi anni ha raggiunto livelli mai immaginati prima, sta recidendo le radici che legano la nostra storia all’oggi e al domani, un progetto portato avanti nel tempo, che oggi mette sotto gli occhi di tutti i suoi risultati“.

Con queste parole Alba Sasso, ex presidente del CIDI ed ex parlamentare DS (poi uscita “da sinistra” da questo partito al momento della formazione del PD) ha commentato a caldo sulla testata online Aprile.info la mancata menzione della Resistenza nell’elenco degli argomenti di Storia contenuti nella bozza di Indicazioni dei Licei. Anche Manuela Ghizzoni, parlamentare del PD in carica, ha protestato con veemenza. Così l’ANPI e altre organizzazioni.

Il Ministero dell’istruzione per la verità si è affrettato a integrare il testo delle Indicazioni comunicando con una nota ufficiale l’inserimento in esse della seguente formulazione: “L’Italia dal Fascismo alla Resistenza e le tappe di costruzione della democrazia repubblicana“, ma non ha rinunciato a giustificare l’operato della Commissione che aveva predisposto la bozza, coordinata dal consigliere Max Bruschi, facendo presente che anche nelle precedenti Indicazioni per il primo ciclo (nelle due versioni Moratti e Fioroni), come aveva osservato per prima Tuttoscuola, la parola Resistenza non compariva, essendone comunque la trattazione implicita e inevitabile.

Erano giustificati dunque i timori di Alba Sasso? E adesso che la parola Resistenza è stata inserita, quei timori non hanno più ragione di essere? Probabilmente la polemica è stata amplificata dal particolare clima di scontro creato da una campagna elettorale dai toni esasperati, sopra le righe. Ma la si capisce meglio se la si inquadra nel confronto in atto, per certi aspetti trasversale agli schieramenti politici, tra i difensori della Costituzione nella sua forma attuale, “nata dalla Resistenza” – e quindi anche per questo intoccabile, specie nel suo aspetto di democrazia parlamentare – e i sostenitori della riforma in senso presidenzialista, capeggiati da Silvio Berlusconi.

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