"Repubblica" cambia linea sulla Gelmini

Corrado Augias, autorevole collaboratore di Repubblica, era stato esplicito, insieme al collega Mario Pirani, nell’offrire a Mariastella Gelmini un’apertura di credito. Lo aveva fatto in occasione delle iniziali prese di posizione del neoministro in materia di grembiuli e di ripristino del voto di condotta,  ritenendo positivo sia l’uso dei primi come “segni di appartenenza” alla scuola in tempi di esibizionismo e sfrenato individualismo, sia il ricorso al 7 in condotta (poi diventato 5) come efficace strumento di educazione alla civile convivenza.

Argomentazioni non lontane da quelle di Pirani in materia di necessario recupero dei debiti, meritocrazia, falso egualitarismo. Ma la luna di miele di Repubblica nei confronti della Gelmini è durata poco. Man mano che venivano al pettine i nodi più intricati della scuola italiana, quelli relativi allo squilibrato rapporto costi/benefici, e che si delineava la strategia tremontiana delle razionalizzazioni e dei tagli, la linea del quotidiano romano è cambiata. Probabilmente perché la Gelmini ha cominciato ad essere percepita come la punta di lancia della operazione di massiccia riduzione della spesa pubblica perseguita da Tremonti, fortemente contrastata dai sindacati e dai partiti dell’opposizione, compreso un PD non pregiudizialmente ostile alle Gelmini, almeno  nella fase iniziale della sua attività ministeriale.

Il punto di svolta, quasi un fortuito e fortunato pretesto per cambiare linea, è stato fornito al quotidiano fondato da Eugenio Scalfari dal suo maggiore concorrente, il Corriere della Sera, che ha ospitato l’attacco di Gian Antonio Stella sugli esami da avvocato sostenuti dalla Gelmini a Reggio Calabria, anziché nelle più severe sedi del Nord d’Italia. “E’ un peccato“, dice ora Augias, “che il ministro Gelmini sia stato politicamente azzoppato” da quell’episodio, sul quale però spara a zero in prima pagina un altro autorevole editorialista del giornale, Francesco Merlo, autore venerdì scorso di un articolo intitolato “Professore, meridionale, eroe” molto polemico verso il presunto antimeridionalismo del ministro. Mentre grande spazio viene dato in cronaca ai sindacati e alle iniziative anti tagli e anti maestro unico. La sensazione è che la politica scolastica del governo stia diventando sempre di più un terreno privilegiato dello scontro politico tout court.