Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Regno Unito: tramonto del multiculturalismo

Mentre in Italia, con la decisione del MPI di autorizzare la scuola araba di Milano, si fa un sia pur cauto e sperimentale passo verso il modello educativo multiculturale, cioè verso la coesistenza di scuole di diverso orientamento religioso e culturale, giunge dalla Gran Bretagna – patria del multiculturalismo in educazione – un segnale che va in un altro senso. Cioè verso l’affermazione dell’universalità e non derogabilità di alcune regole base, che tutti devono rispettare.
Una giovane maestra britannica di religione islamica, Aishah Azmi, che pretendeva di fare lezione indossando il niqab, il velo che lascia scoperti solo gli occhi, ha infatti perso la causa che aveva intentato contro le autorità scolastiche, che l’avevano sospesa dal servizio proprio perché si era rifiutata di toglierselo davanti ai suoi allievi.
Il caso aveva acquistato notorietà e spessore politico nelle scorse settimane dopo che il ministro per i rapporti col Parlamento, Jack Straw, si era dichiarato contrario all’uso del velo islamico, nel quale intravedeva il simbolo della separazione fra le comunità. Straw aveva parlato a titolo personale, ma poco prima che fosse resa nota la sentenza della Corte inglese, anche il premier Tony Blair si era espresso nello stesso senso.
Certo, non si tratta della conversione della pragmatica e pluralista Gran Bretagna alla ideologica visione francese dell’assoluto primato della “cittadinanza” e della scuola laica. Però sembrano farsi lontani i tempi in cui il Regno Unito poteva vantare i successi del multiculturalismo, indicandolo come la via maestra verso l’integrazione, o almeno la pacifica convivenza, delle tante identità etnico-religiose approdate sul suo territorio.

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