Regioni: manca il tempo per la programmazione della nuova offerta formativa

I maggiori problemi nell’applicare il riordino della scuola secondaria superiore sono dovuti al fatto che non sono ancora formalmente definiti i regolamenti con i quali viene disposta la revisione dell’attuale assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dell’istruzione liceale, tecnica e professionale.

La complessità, non da tutti percepita, del riordino della secondaria poco si concilia con le strettoie dei termini imposti dalla definizione delle fasi preordinate al regolare inizio dell’anno scolastico. Il Miur tenta di “allungare” la ristrettezza dei tempi invitando le Regioni a procedere alla programmazione in quanto “…il riordino dei relativi ordinamenti, tuttora in corso di definizione, non osta alla tempestiva programmazione della offerta formativa”. Nell’ambito dei vari indirizzi di studio e relative articolazioni previsti dal riordino del secondo ciclo – continua  la nota ministeriale  dello scorso 8 gennaio – “…trovano coerente corrispondenza e conseguente confluenza tutti gli indirizzi di studio oggi esistenti, sia di ordinamento che sperimentali”.

Ma la partita non è così semplice perché non sono state fatte circolare in anticipo le possibili modifiche che verranno quasi certamente apportate ai contenuti dei  regolamenti a seguito dei pareri del Consiglio di Stato e delle Commissioni di merito di Camera e Senato.

La mancata conoscenza, ad oggi, dei documenti preparatori crea disorientamento tra le Regioni, incerte sui cambiamenti che effettivamente modificheranno le bozze di regolamento sugli ordinamenti, approvate in via preliminare dal Consiglio dei Ministri il 12 giugno 2009.

In assenza delle definitive disposizioni normative, anche di quelle che riguardano aspetti che attuano e completano le disposizioni dei regolamenti, le bozze di regolamento oggi conosciute non possono essere assunte dalle Regioni fra gli elementi fondamentali degli indirizzi di programmazione per l’anno scolastico 2010-2011.

Da quanto detto, sorge una considerazione: come faranno le Regioni e le autonomie del territorio ad orientarsi su quello che loro spetta se il Miur non chiarisce come debba essere gestito il passaggio dall’attuale alla nuova offerta formativa?

Occorre che i soggetti responsabili e, in primis, il Governo trovino la soluzione, conciliando le diverse esigenze: il riordino deve partire dal 1° settembre, ma le Regioni hanno bisogno di capire “come” per garantire studenti e famiglie.