Reggi: 36 ore settimanali di insegnamento. Anzi, no
Da Terrasina in Sicilia, nel terzo giorno di dibattito del Partito Democratico, il sottosegretario all’istruzione, Roberto Reggi, era atteso al ‘Cantiere scuola’ per chiarire pubblicamente le sue proposte di riforma dell’organizzazione della scuola, in particolare quella delle 36 ore di servizio degli insegnanti, lanciate nell’intervista a Repubblica che, come è noto, hanno sollevato un vespaio di critiche soprattutto nel mondo sindacale.
Sostanzialmente la sua è stata, più che una puntualizzazione, una ritrattazione.
Ha precisato infatti di non essersi mai sognato di volere aumentare il tempo dell’insegnamento.
Intendeva dire che bisogna ridare la giusta dignità alla professione docente, non certo che bisogna aumentare il tempo dell’insegnamento scolastico. Il sottosegretario ha anche puntualizzato di sapere cosa significa stare in trincea con gli alunni.
Quello delle 36 ore – ha spiegato Reggi – sarebbe solo il limite massimo da considerare per ogni insegnante come prestazione volontaria.
Roberto Reggi è ritornato anche sulla proposta di apertura delle scuole fino alle dieci di sera, perché gli istituti scolastici devono diventare luoghi di aggregazione.
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