Quella notizia sugli obblighi di servizio prima dell’inizio delle lezioni

Nell’edizione della newsletter della settimana scorsa Tuttoscuola ha dedicato un paio di servizi agli impegni dei docenti statali in questa fase di inizio dell’anno scolastico, rilevando l’ambiguità del CCNL del comparto scuola che tace sui precisi obblighi di servizio degli insegnanti, lasciando intendere (come molti esponenti sindacali sostengono) che l’unico obbligo riguarda la partecipazione ai collegi docenti per la programmazione d’inizio anno; altre presenze (che diversi bravi insegnanti garantiscono comunque a scuola) sono facoltative.

Tuttoscuola ha riportato anche il caso di due scuole dell’infanzia, una comunale e una statale, che temporaneamente si sono trovate a convivere nello stesso edificio mettendo a confronto l’incredibile disparità di impegni di servizio (36 ore settimanali sempre a scuola delle comunali, 25 non sempre a scuola delle statali).

Il fatto ha incuriosito Gian Antonio Stella del Corriere della Sera che, dopo aver accertato di persona i fatti, ha sottolineato: “stesso paese, stessa scuola, stesso edificio, stessa “clientela” (le famiglie di una provincia emiliana), ma due datori di lavoro (pubblici) che evidentemente interpretano il loro ruolo in modo diverso”.

E alla fine, dopo aver confermato la fondatezza dei dati di Tuttoscuola sui diversi obblighi contrattuali del personale (chiari per le comunali e ambigui per le statali), il giornalista concludeva “E c’è chi si stupisce se siamo ventisettesimi su 27 Paesi europei in competitività…”.

Se il rapporto di lavoro nella scuola fosse rifondato sul “più” (più attenzione agli utenti, più giorni lavorativi, stipendi più alti), invece che sul “meno” (stipendi scandalosamente bassi e uguali per tutti, però poi – a compensazione – “agevolazioni” qua, un occhio chiuso là, etc), quanto migliorerebbero i risultati, e la soddisfazione di chi ci lavora…