Quel pasticciaccio brutto di viale Trastevere

Sono in molti a scommettere che il pasticciaccio degli scatti prima tagliati e poi ripristinati nell’andirivieni di piche e ripicche tra viale Trastevere e via XX Settembre finirà come il romanzo di Gadda: senza un colpevole.

In questo caso, e per fortuna, non c’è il morto. Però la decisione di ‘assassinare’ gli scatti c’è stata, e dunque qualcuno ne dovrebbe rispondere. I sospetti cadono, nell’ordine:

1) sul Parlamento, che ha approvato a novembre 2013 la legge di Stabilità che contemplava l’estensione a tutto il 2013 del blocco degli scatti, nel frattempo sbloccati dopo una serrata vertenza sindacale;

2) sul Miur, che non avrebbe risposto a una apposita nota del Mef, guidato da Fabrizio Saccomanni, (9 dicembre), che avvertiva dell’imminente ‘recupero’ degli scatti riconosciuti nel 2013 a circa 80.000 insegnanti mediante ritenute (con rate di 150 euro) sugli emolumenti del 2014;

3) sul Mef, per aver dato esecuzione (o meglio averla annunciata) alla decisione di ‘recuperare’ gli scatti sottovalutando l’impatto politico-sociale di tale decisione;

4) sulla burocrazia, come sembra propendere a ritenere il ministro Carrozza, che così si è espressa: “Tra Natale e Capodanno sono stati presi questi provvedimenti per inerzia amministrativa senza comunicare ai ministri competenti che cosa stava avvenendo”.

Salterà la testa di qualcuno? Sembra di no perché la stessa Carrozza ha poi detto di non cercare “il colpevole”, ma “la soluzione per il futuro”, mediante l’accorciamento della “filiera tra la decisione politica e l’attuazione”.

Buoni propositi, espressi peraltro tante volte, fin dai tempi della prima Repubblica. Improbabile che il pasticciaccio di viale Trastevere & via XX Settembre abbia un esito diverso da quello del romanzo di Gadda…