Quel miliardo per la scuola del Sud

Quasi un miliardo di euro per la scuola del Mezzogiorno. E’ lo stanziamento previsto nel Piano d’azione per il Sud presentato la scorsa settimana a Palazzo Chigi dal presidente Mario Monti e dai ministri Fabrizio Barca, Elsa Fornero, Corrado Passera e Francesco Profumo.

Le regioni destinatarie sono quelle dell’Obiettivo ‘Convergenza’ del Fondo Sociale Europeo: Calabria, Campania, Puglia e Sicilia (cui si aggiungono per alcune voci Basilicata e Sardegna), cui andranno complessivamente 974,30 milioni di euro, quota parte ‘scolastica’ dei 3,1 miliardi di euro sbloccati dal decreto in via di approvazione in Parlamento (ma altri 300 sono riconducibili a processi formativi in senso ampio).

Non si tratta di risorse aggiuntive, come Monti ha voluto personalmente sottolineare. Il Piano “non attribuisce al Sud nuovi fondi, ma fa di più: inizia a utilizzare meglio i fondi comunitari già assegnati”.

Buona parte dei fondi serviranno a riqualificare 1.620 edifici scolastici bisognosi di interventi (il 54% di quelli censiti come tali), ma è previsto anche un incremento delle dotazioni di nuove tecnologie per 2.160 scuole e interventi a sostegno della professionalità dei docenti finalizzata alla riduzione della dispersione scolastica, che nel Sud continua ad essere molto elevata, come evidenziato anche dal secondo Rapporto sulla qualità della scuola di Tuttoscuola (2011).

C’è da sperare che la determinazione e la competenza del ministro Profumo (cui il presidente Monti ha assegnato la delega per l’innovazione tecnologica) servano davvero a far fruttare meglio le risorse assegnate alle scuole del Sud: è da circa 20 anni che l’Italia riceve fondi europei per il Sud, in buona parte finalizzati alla riduzione della dispersione e al miglioramento dei livelli di apprendimento degli studenti, ma i risultati sono stati finora deludenti, con l’eccezione della Puglia che nell’ultimo rapporto Ocse, grazie anche all’impegno del direttore generale dell’ufficio scolastico regionale Lucrezia Stellacci, ha registrato un significativo miglioramento degli esiti formativi. Evidentemente non è solo questione di spesa ma di efficace utilizzazione delle risorse.