Quei tagli al Sud…

Questa settimana gli articoli pubblicati in TuttoscuolaNEWS Alla fine i posti in meno sono 28 mila invece che 42 milaTagli più ridotti del previsto: cause e conseguenze, e soprattutto La manovra sugli organici non ha infierito sul Sud…, hanno suscitato le reazioni di due nostri lettori (Domenico Cirino e Lucia Corbo), che ci invitano a chiarire.
Pubblichiamo le loro lettere, seguite da una nostra risposta. Il nostro servizio illustra dettagliatamente le cause (il diverso andamento demografico) e le conseguenze (l’intreccio tra i tagli e il decremento delle classi dovuto alla diminuzione della popolazione scolastica del Sud) di quanto sta accadendo in merito agli organici, distinguendo quanto sarebbe comunque accaduto per effetto dell’andamento demografico, dalla pesante manovra del governo. Averne esposto i termini reali, rigorosamente documentati, non significa affatto, per quanto ci riguarda, sottovalutare la gravità dei problemi che affliggono la scuola meridionale, a partire da quelli di chi vi insegna, ai quali non abbiamo fatto mai mancare la nostra solidarietà, come ben sa chi ci segue con assiduità.

Invitiamo gli altri lettori a inviarci i loro contributi sul tema (o su altri temi), scrivendoci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com.

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Cosa si intende dire? Che la manovra economica, meglio conosciuta come tagli indiscriminati, non ha infierito sul sud, visto che ad oggi docenti come me, che per quattordici anni hanno servito lo stato, ad un tratto si sono ritrovati già nell’anno 2008/2009 a non lavorare, non essendoci stati a Napoli incarichi e fondi a disposizione delle scuole!!!!!!!!!!!!?

Domenico Cirino

La manovra sugli organici non ha infierito sul Sud…: ma se voi stessi parlate di tagli 4 volte maggiori al sud che al nord, come fate a fare questi titoli? Al sud dove le fonti di reddito si sa che non sono le stesse che al nord.

Grazie dell’attenzione

Lucia Corbo

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Abbiamo ritenuto di dare visibilità pubblica, sul nostro sito, alle osservazioni dei nostri lettori perché sollevano una questione, come quella dei criteri di applicazione territoriale dei “tagli” di organico, che ha certamente una rilevanza generale.
Per questo, ad integrazione delle tre notizie contenute nella Newsletter ordinaria di
Tuttoscuola, ne riportiamo qui di seguito un’altra, pubblicata nella edizione Focus della stessa newsletter (riservata agli abbonati), che presenta una simulazione delle conseguenze che sarebbero dovute derivare dalla rigida parametrazione degli organici alla variazione della popolazione scolastica, che è aumentata al Centro-Nord e diminuita al Sud.
Rispetto ai dati della simulazione, il Ministero ha di fatto “tagliato” al Sud un po’ meno di quello che avrebbe dovuto fare, e ha fatto il contrario al Nord e anche al Centro.
Queste sono le cifre, ricavate da dati ufficiali: il compito che
Tuttoscuola si sforza di assolvere è quello di fornire ai lettori un’informazione sempre corretta e documentata: riteniamo di averlo fatto anche in questo caso.

4. Se il calo di organico dipendesse solo dal calo di alunni… (da TuttoscuolaFocus n. 303/410)

Il minor numero di posti e di cattedre nell’organico di diritto per il 2009-10 non è soltanto il risultato dell’azione di razionalizzazione determinata dalla legge 133/2008, ma è anche (o dovrebbe essere) l’effetto combinato della variazione demografica della popolazione scolastica.
Variazione del numero di studenti e razionalizzazione avrebbe dovuto combinarsi, secondo un principio di equità, tenendo conto del fatto che un aumento di alunni avrebbe dovuto comportare un proporzionale aumento di classi e di docenti, mentre una diminuzione di alunni, invece, avrebbe dovuto determinare un calo di classi e di organico.

Tuttoscuola ha verificato i dati di organico di diritto per il 2009-10 e ha rilevato che la variazione di popolazione scolastica non sempre è stata adeguatamente considerata, favorendo soprattutto le aree meridionali e insulari e penalizzando quelle settentrionali.
Abbiamo simulato la determinazione del nuovo organico di diritto senza considerare la manovra, calcolando, pertanto, l’organico soltanto in base al rapporto alunni/docenti dell’anno precedente.
Nella simulazione, per intenderci, senza variazione di alunni non avrebbe dovuto esserci alcuna variazione di organico; con aumento di alunni avrebbe dovuto esserci un proporzionale incremento di organico; con un calo di alunni avrebbe dovuto esserci un decremento di organico.
Quali i risultati della simulazione? Per effetto dell’aumento di alunni, per la scuola primaria avrebbe dovuto esserci un aumento di organico nelle regioni del Nord (+ 1.298) e del Centro (+ 345) e una diminuzione al Sud e nelle Isole (- 671); per la secondaria di I grado avrebbe dovuto esserci un aumento nelle regioni del Nord (+ 1.893) e del Centro (+ 455) e un calo di organico al Sud e nelle Isole (- 504). Nella secondaria di II grado, invece, avrebbe dovuto esserci un calo di organico al Centro (- 353), nelle aree meridionali (-2.204) e un aumento complessivo al Nord (+ 467) grazie soprattutto alle regioni del Nord Est.

In sintesi, senza considerare la scuola dell’infanzia e per effetto della sola variazione di popolazione scolastica, le regioni settentrionali avrebbero dovuto avere un aumento complessivo di organico pari a 3.658 posti/cattedre e le regioni centrali un aumento pari a 448 unità di organico; le regioni meridionali e insulari avrebbero dovuto subire un decremento di 3.378 posti/cattedre. E invece

I lettori di tuttoscuola.com sono invitati a dire la loro su questo tema, scrivendo a botta_e_risposta@tuttoscuola.com. La redazione pubblicherà le risposte più significative. Analogamente, coloro che vogliono proporre nuovi temi di discussione possono scriverci al medesimo indirizzo botta_e_risposta@tuttoscuola.com.