L’organico del personale docente per il 2010-2011 potrebbe risentire dei contraccolpi della sentenza n. 80/2010 con la quale la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità di due disposizioni contenute nella legge finanziaria 2008 (legge n. 244/2007) varata dal governo Prodi per assicurare maggiore stabilità nel settore dell’integrazione scolastica degli alunni disabili.

La Corte “dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 2, comma  413, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 nella parte in cui fissa un limite massimo al numero dei posti degli insegnanti di sostegno, e del comma 414  nella  parte  in  cui  esclude  la possibilità di assumere insegnanti di  sostegno in  deroga,  in  presenza  nelle classi di studenti con disabilità  grave,  una  volta  esperiti  gli strumenti di tutela previsti dalla normativa vigente”.

La legge 244/2007 aveva affermato quattro principi per dare stabilità al settore: limite massimo dei posti di sostegno, cancellazione dei posti in deroga, equiparazione territoriale del rapporto alunni H/docenti di sostegno, trasformazione del 70% dei posti di sostegno in organico di diritto.

Le prime due disposizioni sono state dichiarate illegittime, annullando il numero massimo di posti di sostegno e ripristinando la deroga per costituire nuovi posti per situazioni di particolare gravità.

L’ordinanza sugli organici 2010-11 non potrà non tener conto della sentenza e non potrà fissare il tetto massimo di posti di sostegno, come aveva fatto puntualmente negli ultimi due anni.

Anche se non è stata dichiarata illegittima dalla Consulta, risulta pressoché inapplicabile anche la disposizione che prevedeva la graduale perequazione e compensazione dei posti di sostegno tra i diversi territori. Togliendo, infatti, posti di sostegno da un territorio per darli ad un altro, si finirebbe per ridurre la precedente copertura di ore di sostegno, come è avvenuto in Sicilia, violando i principi sanciti dalla Consulta. Sostanzialmente la legge 244/07 è quasi tutta da rivedere.

Una cosa è certa: i posti di sostegno, di ruolo e non, sono destinati a crescere “a pie’ di lista”.