Quanta confusione sulle ore da sessanta minuti!/4. La storia

La riduzione dell’ora di 60 minuti nella scuola secondaria è stata per trent’anni (a partire da una circolare ministeriale poi ripresa dal contratto nazionale) la conseguenza della necessità di ridurre, in molti istituti, un orario settimanale troppo ampio (34 e più ore) che avrebbe costretto gli studenti a rientri pomeridiani con notevoli disagi per la mancanza di servizi di trasporto e di mensa.

La causa di forza maggiore (assenza dei servizi) ha legittimato la riduzione dell’orario settimanale, con la conseguenza di trasformare le unità orarie dai canonici sessanta minuti in periodi ridotti a 50-45 minuti, consolidando una abitudine diffusa in molti istituti di avere ore corte di lezione.

Lo sconto orario ha consentito quasi sempre di contenere l’orario settimanale nella sola fascia antimeridiana, con soddisfazione degli studenti, delle famiglie e, perché no?, anche dei professori.

Visto che l’orario ufficiale delle norme ordinamentali veniva quasi sempre non applicato a causa delle esigenze di fatto, non si è mai capito perché a livello nazionale nel corso di questi trent’anni si sia continuato a sfornare corposi piani di studio (programmi) per i corsi a ordinamento e soprattutto per le sperimentazioni, sapendo che avrebbero richiesto un maggior numero di ore di insegnamento, destinate, però, a rimanere quasi sempre virtuali.

Questa ipocrisia dell’orario è stata cancellata con la riforma delle superiori che ha ricondotto l’orario ad una più credibile durata settimanale che potrà essere contenuta quasi sempre nell’arco della sola mattina, senza dover ricorrere a riduzioni di sorta.

Dovrebbe, quindi, venir meno anche il diritto contrattuale dei professori di non recuperare le ore non prestate. Tra cinque anni, con la riforma a regime, la norma contrattuale decadrà da sola, ma nel frattempo potrà essere applicata ancora alle classi intermedie che, funzionando con i precedenti ordinamenti e con i vecchi orari, saranno costrette a ridurre per cause di forza maggiore il monte ore settimanale, mantenendo in vita, salvo modifiche contrattuali, lo sconto per i professori.

Ora breve e ora normale: nel medesimo istituto come suonerà la campanella di fine lezione? E come si concilieranno i passaggi di classe dei prof.?