Quanta confusione sulle ore da sessanta minuti!/1. Gli annunci

Il ministro Gelmini, fin dai primi mesi del suo incarico, aveva espresso più volte un severo giudizio su quello sconto contrattuale dell’orario concesso ai professori; uno sconto che da molti anni prevede la facoltà di non recuperare le ore di insegnamento non prestate per la riduzione dell’orario di lezione degli studenti.

Il necessario minor orario effettivo di lezione degli studenti (per cause di forza maggiore) è diventato un diritto per un minor orario di servizio, riconosciuto ai docenti con sconti di due-tre ore settimanali sull’orario-cattedra di 18 ore.

Sconto legittimato dal contratto ma non gradito al ministro che ha dichiarato a chiare lettere che le ore avrebbero dovuto essere, d’ora in poi, tassativamente di 60 minuti.

Ma a quali ore si riferiva il ministro? Alle ore di lezione degli studenti o alle ore di servizio degli insegnanti? La domanda non è di poco conto.

Nel primo caso, cioè sull’orario di lezione, un primo livello di intervento viene dalle norme di ordinamento che fissano i quadri orari; un secondo livello di intervento è rimesso alle scuole che hanno autonomia di organizzazione didattica.

Nel secondo caso, invece, cioè sull’orario dei professori, verrebbe chiamato in causa il contratto nazionale di lavoro del comparto scuola che tutela questo sconto orario gratuito per i docenti.

E, come si sa, il ministro non ha poteri di intervento sul contratto, né in questo periodo ci sono le condizioni per aprire una trattativa specifica su questa materia.