Prove Invalsi/2. Gilda non sciopera ma boicotta

L’anno scorso la posizione di desistenza sindacale nei confronti delle prove Invalsi era favorita dall’incertezza sul fatto che la prestazione rientrasse tra gli obblighi di servizio dei docenti. Quest’anno l’incertezza è stata fugata dalla legge, tanto che i Cobas hanno deciso di adottare lo strumento dello sciopero dalla prestazione.

I maggiori sindacati hanno complessivamente ignorato la nuova contestazione, dando implicitamente via libera alle prove Invalsi gestite dai docenti.

Ma la Gilda nei giorni scorsi, su decisione della sua Assemblea Nazionale, ha detto nuovamente di no, senza tuttavia ricorrere allo sciopero.

Tra le critiche mosse dalla Gilda alle prove Invalsi, c´è la tabulazione meccanica dei risultati che “oltre a invadere l´ambito della professione docente – spiega il sindacato – non rientra in alcun modo tra le competenze che attengono agli insegnanti perché si tratta di attività riguardanti una valutazione esterna che non spetta ai docenti”. Questa tesi sembra, tuttavia, contraddetta dalla nuova norma di legge che fa rientrare la prestazione tra le attività ordinarie della scuola (e quindi degli insegnanti).

Gilda rimprovera anche il ministero dell’Istruzione che avrebbe assunto “una posizione ambigua che demanda alle scuole l´individuazione delle inesistenti risorse finanziarie per retribuire tale attività, ammettendo, implicitamente, che si tratta di una prestazione aggiuntiva e volontaria”.

Questo “pollice verso” della Gilda degli Insegnanti nei confronti delle prove Invalsi, oltre a suonare come bocciatura verso l’intero strumento delle prove di rilevazione degli apprendimenti, apre una nuova delicata questione sulla “disubbidienza” proposta.

I dirigenti scolastici si troveranno, infatti, nella necessità di pretendere la prestazione con la possibilità che, in caso di diniego, siano costretti a ricorrere a sanzioni disciplinari.