Prove Invalsi 2023, divario Nord-Sud: possibili cause e possibili rimedi

Nell’illustrare i risultati delle prove Invalsi 2023, l’istituto non si spinge solo a individuare con precisione le cause del divario Nord-Sud delle competenze degli studenti, ma ne fornisce indistintamente un elenco indistinto in questi termini:

Prove Invalsi 2023: che cosa incide sui risultati?

“I risultati conseguiti da ogni studente sono l’esito di diverse componenti. A livello generale, possiamo attribuire il risultato osservato di un allievo in una prova all’effetto di fattori diversi: gli esiti del processo di apprendimento-insegnamento, alcune caratteristiche individuali dello studente (tra cui genere, indirizzo di studio, regolarità negli studi e contesto economico-socioculturale della famiglia di provenienza) e dell’ambiente in cui vive (per esempio: area geografica di residenza e contesto economico-socio-culturale della scuola)”.

Il PNRR, invece, attraverso gli interventi mirati per la riduzione del divario, individua implicitamente le cause soprattutto nei confronti del personale scolastico (dirigenti e docenti) delle scuole che hanno riportato livelli critici di prestazioni. 

Investimento 1.4: Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nei cicli I e II della scuola secondaria di secondo grado

Ridurre i divari territoriali in Italia per quanto concerne il livello delle competenze di base (italiano, matematica e inglese), inferiore alla media OCSE, in particolare, nel Mezzogiorno

In primo luogo, con questo progetto si persegue il potenziamento delle competenze di base degli studenti, a partire da un’analisi degli andamenti scolastici, con l’obiettivo di garantire un livello adeguato (sopra la media UE) di almeno 1.000.000 di studenti all’anno (per 4 anni), anche per mezzo dello sviluppo di un portale nazionale formativo unico. La misura prevede:

  • Personalizzazione dei percorsi per quelle scuole che hanno riportato livelli prestazionali critici;
  • Azioni di supporto mirate per i relativi dirigenti scolastici, a cura di tutor esterni e docenti di supporto (per italiano, matematica e inglese) per almeno un biennio
  • Mentoring e formazione (anche da remoto) per almeno il 50 per cento dei docenti
  • Potenziamento del tempo scuola con progettualità mirate, incremento delle ore di docenza e presenza di esperti per almeno 2000 scuole
  • Programmi e iniziative specifiche di mentoring, counseling e orientamento professionale attivo.

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