Protesta di piazza contro la riforma, alcuni sindacati si defilano

Mentre si stempera l’azione a difesa del tempo pieno e del tempo prolungato, ritorna e cresce quella a sostegno della scuola pubblica.
Le ragioni e gli slogan urlati e scritti nella manifestazione di Roma del 15 maggio erano soprattutto per la difesa della scuola pubblica, senza se e senza ma. Un imperativo ideologico e politico insieme che ha unificato le anime della sinistra sindacale, parlamentare e partitica nell’unico obiettivo di fermare le riforme Moratti.
Numerosi i comitati e le associazioni presenti; altrettanto numerose le sottoscrizioni di un appello di donne e uomini della cultura contro la riforma.
In prima fila Cobas e Unicobas che hanno colto l’occasione della manifestazione romana per chiamare all’astensione dal lavoro i propri iscritti e simpatizzanti.
Hanno aderito alla manifestazione la Cgil-scuola e la Cisl-scuola, mentre Uil-scuola, Snals e Gilda, che pur non sono molto teneri nei confronti di questa riforma per ragioni di merito oltre che di metodo, hanno scelto, a quanto sembra, un’altra strada.
L’Uil-scuola, ad esempio, che da sempre ha condiviso con le altre due organizzazioni confederali riserve e critiche verso alcuni aspetti della legge 53/2003 e del suo primo decreto legislativo di attuazione, sembra non gradire la strada di un’opposizione frontale all’attuazione della riforma, preferendo piuttosto agire dall’interno della riforma applicata per migliorarne contenuti ed effetti.