Protesta dei dirigenti scolastici per la mancata proroga ai 70 anni

I dirigenti scolastici che nei mesi scorsi avevano chiesto di prorogare la permanenza in servizio fino ai 70 anni di età e che in questi giorni si sono visti respingere la richiesta per effetto dell’art. 33 del decreto legge 223 (cosiddetto Bersani), sembra non vogliano darsi per vinti e stanno organizzandosi per riottenere le proroga in sede di conversione del decreto.
L’abrogazione è giunta come fulmine a ciel sereno proprio nel momento in cui i dirigenti, ormai a ridosso del nuovo anno scolastico, facevano affidamento sulla proroga.
Difficilmente i dirigenti potranno trovare sostegno alle loro rivendicazioni da parte sindacale, dopo che i sindacati più in vista hanno espresso consenso all’abrogazione della proroga ai 70 anni.
Saranno i capigruppo di Camera e Senato i destinatari delle loro richieste, mentre, a quanto sembra, ministro e sottosegretari sono stati interessati sugli effetti che la mancata proroga avrebbe sulle istituzioni scolastiche.
In effetti per il prossimo anno scolastico le numerose sedi vacanti di dirigente – in attesa dell’espletamento del corso-concorso ordinario che si concluderà per il 2007/2008 – non potranno essere coperte interamente con incarichi di presidenza, come avveniva in passato.
Di incarichi, infatti, non potranno che essercene, per conferma, tanti quanti quelli del 2005-2006; le altre sedi saranno coperte da reggenze da parte di altri dirigenti scolastici titolari.
Alle 300-400 sedi da coprire con reggenza si dovranno aggiungere ora altre 600 sedi circa dei dirigenti cui non è stata concessa all’ultimo momento la proroga fino a 70 anni.
E proprio su questa ricaduta negativa per il servizio fanno affidamento i “mancati prorogati” per ottenere sostegno da parte dello stesso ministero.