Proteo: a Bologna una partita decisiva

A Bologna è iniziata ed è in corso una partita decisiva per la scuola italiana. Partita che è iniziata a Bologna ma che è destinata a diffondersi su molte parti del territorio italiano. I fatti che l’hanno provocata sono noti.

Il ministro Padoa Schioppa, basandosi su esigenze di bilancio, ha imposto alla scuola, allo stato sociale, alla sanità, alla ricerca e all’Università una politica di tagli, che si stanno fra l’altro rivelando un’inutile cura da cavallo, soprattutto ora che i conti del gettito fiscale sembrano dare risultati positivi.
Non ci siamo dimenticati le sue proposte di taglio degli organici degli insegnanti di sostegno ed i suoi ragionamenti: “Dobbiamo sugli organici usare i parametri dell’Europa” diceva, quindi basta con gli insegnanti di sostegno (vedi la prima proposta di finanziaria). Fu “stoppato” ma è riuscito ad arrecare comunque danni.

I parametri organico-alunni intanto sono identici a quelli europei. Ma dobbiamo pure considerare come nostra differenza positiva l’integrazione degli alunni diversamente abili nelle classi, e quindi gli insegnanti di sostegno, così come il fatto che nella scuola elementare c’è il tempo pieno.
Nei fatti, in questi giorni stiamo vedendo che i tagli in organico, nonostante le proteste della scuola ci sono stati e si è congelato l’organico al passato anno scolastico non tenendo conto assolutamente dell’aumento del numero degli alunni, molto consistente in alcune Regioni.

La questione degli organici dunque è oggi esplosiva, si è inciso nella carne viva.
In questo contesto in numerose regioni si è cercato di far quadrare il cerchio iniziando a demolire il tempo pieno cioè concedendo le 40 ore, ma non a tutti, e non concedendo il doppio organico alle future prime classi.
Si pretende di far slittare e turnare sulle prime gli insegnanti delle altre classi, che perciò perderanno le compresenze, usate da sempre per il recupero, le attività di laboratorio, e tutti gli altri elementi che hanno fatto la qualità del Tempo Pieno.
In questo modo la riduzione delle maestre si ripercuoterà su tutte le classi, non solo sulle prime. In pochi anni sarebbe la fine del Tempo Pieno.

A Bologna in occasione della presenza del Ministro si è ottenuta la promessa che il modello del tempo pieno col doppio organico permanga, ma i posti sono congelati e non si potranno istituire nuove classi.
Tante famiglie, in molte altre regioni, rimarranno comunque senza servizio. La partita è dunque aperta, sulla questione del tempo pieno si gioca il futuro per il prossimo anno degli organici di tutti gli ordini scolastici.

In gioco, poi, c’è anche altro.
In un momento in cui le scelte elettorali e le coalizioni si basano su intese programmatiche non si può scrivere sul programma dell’Unione “Puntiamo alla valorizzazione del tempo pieno e del tempo prolungato, ripristinandone la normativa nazionale” e, come atto concreto di governo, iniziare a demolirlo. Non bisogna poi stupirsi se i genitori, a Bologna, scrivono sui cartelli “Noi vi abbiamo votato e voi ci avete fregato”.

Si sente un assordante coro a favore delle famiglia e sul diritto alla procreazione.
Difficile realizzarlo in un paese dove i giovani, grazie alla legge 30, sono strutturalmente precari, non possono accedere ad un mutuo, devono pagare costi esorbitanti se vogliono fruire dell’asilo nido (se c’è), hanno di fronte lunghe lista d’attesa nella scuola dell’infanzia e non possono usufruire del tempo pieno se ne hanno necessità.
Abbiamo notizia che ci sarà una conferenza inter-istituzionale sulla famiglia – promossa dai Ministri Bindi e Pollastrini; ebbene, ci aspettiamo che anche in quella conferenza – visto che abbiamo avuto un buon gettito fiscale – si dica che subito, il prossimo anno, i soldi in più delle tasse andranno spesi a favore della famiglia, dell’incremento dei nidi e della riduzione del loro costo. Che la prossima legge finanziaria deve prevedere un piano straordinario per istituire tutti i posti necessari per la scuola dell’infanzia, subito, ora, perché già ora ci sono lunghe liste dìattesa e zone del Paese dove ancora lo Stato non offre questo servizio; infine occorre garantire il tempo pieno per tutti – nella prossima legge finanziaria basta una riga – che va ripristinato per legge col doppio organico. Gli impegni elettorali vanno onorati.
Non si può scrivere nei programmi elettorali che si faranno politiche a favore della famiglia e la scuola e poi agire, nei fatti, contro.

Tocca ai sindacati al mondo della scuola, dell’Università e della Ricerca infine esigere che anche la conoscenza sia davvero al primo posto e a Bologna genitori e maestre, chiedendo il tempo pieno, stanno facendo questo.
Bologna è dunque una tappa per riprendere un ragionamento serio col governo sulle risorse per la scuola, l’Università e la Ricerca.
Esecutivo nazionale di Proteo Fare Sapere

Il sito di Proteo è: www.proteofaresapere.it