Proposte Treellle/2: Moratti e Ranieri frenano

Le proposte contenute nel Quaderno n. 4 di Treellle sono state commentate a caldo, nell’affollata sala dell’hotel Hassler, dal ministro Moratti e dal responsabile scuola dei DS, Andrea Ranieri, fino a poco tempo fa dirigente della CGIL.
Ciò che ha colpito è stata la cautela con la quale entrambi hanno affrontato la materia, a volte ricorrendo quasi alle stesse argomentazioni. Sulla questione degli organici, architrave di tutta la proposta targata Treellle, Moratti ha detto che occorre essere prudenti e graduali, e che “sterili riduzioni meramente quantitative” sarebbero controproducenti. Ha anche aggiunto che su queste materie considera fondamentale raggiungere accordi con le rappresentanze sindacali, come avvenuto positivamente sulla questione del completamento a 18 ore e sulla soppressione dell’organico funzionale, operazioni che hanno consentito di risparmiare e riutilizzare 600 milioni di euro nel biennio 2002-2004.
Ranieri, a sua volta, ha rivendicato i meriti del “tempo pieno”, dell’organizzazione a moduli nella scuola elementare e degli insegnanti di sostegno (tre importanti fattori di incremento degli organici) per la buona considerazione che la scuola dell’infanzia e quella primaria del nostro Paese ricevono a livello internazionale (primo e quinto posto). Quasi a far capire che la diminuzione dell’organico potrebbe non coniugarsi con la qualità del servizio. Ranieri ha poi colto l’occasione per chiedere l’apertura di un reale confronto con le organizzazioni sindacali nelle sedi istituzionali, a partire dal decreto attrattivo n.59/2004, ma anche per tirare le orecchie agli ex colleghi del sindacato per aver accondisceso alle proposte del ministro sull’organico funzionale (“io non avrei ceduto, lo hanno fatto a mia insaputa”).
Insomma, la proposta chiave di Treellle, rivolta al governo ma anche alla sinistra (tra gli esperti e consiglieri dell’associazione figurano lo stesso Andrea Ranieri, Tullio De Mauro, Umberto Eco, Benedetto Vertecchi), non ha suscitato entusiasmo, forse anche per il timore di contraccolpi a livello sindacale e politico.