Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Pronti gli OSA per l’insegnamento della religione cattolica

Dopo gli OSA (Obiettivi Specifici di Apprendimento) per l’insegnamento della religione cattolica (IRC) nel primo ciclo, già ratificati nell’ottobre del 2003, anche gli OSA relativi alle istituzioni scolastiche e formative del secondo ciclo sono stati predisposti e inseriti nell’apposito Accordo sottoscritto la scorsa settimana dal ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, e dal presidente della Conferenza episcopale italiana, (CEI), cardinale Camillo Ruini.
Nel commento del ministro Moratti si è avvertita l’eco delle polemiche scatenatesi in quest’ultimo anno sulle radici cristiane dell’Europa, e a maggior ragione dell’Italia: il ministro ha infatti ritenuto “doveroso” assicurare ai cittadini italiani “una formazione globale e culturale, che nel nostro Paese è profondamente intrisa di significati e simboli religiosi, escludendo i quali sarebbe incomprensibile gran parte del nostro patrimonio letterario, artistico e filosofico“. Però, ha aggiunto il ministro, gli obiettivi di questo Accordo “sono ispirati anche ai principi della Costituzione e allo sviluppo della coscienza storica e di appartenenza alla civiltà europea” in una prospettiva pluridisciplinare.
Il cardinale Ruini, a sua volta, non ha mancato di sottolineare che questo Accordo tra MIUR e CEI “concorrerà a sviluppare ulteriormente una convivenza civile costruttiva, fondata sul rispetto reciproco e sul dialogo leale, valori di cui il Paese ha tanto bisogno e che proprio nella scuola, comunità di persone prima ancora che luogo di trasmissione dei saperi, ha il suo primo banco di prova“.
In realtà il vero banco di prova del successo degli OSA dell’IRC nel secondo ciclo sarà costituito dal tasso di adesione degli studenti a tale insegnamento, e soprattutto dalla sua efficacia pedagogica. Il ministro non ha mancato di rimarcare il fatto che la percentuale di adesione è assai elevata, attestandosi, sulla base dei dati ufficiali che risultano al MIUR, sull’ordine dell’87%. Ma, a parte le notevoli differenze nella distribuzione territoriale di tale dato, non è un mistero (lo sa bene la CEI) che in alcuni casi gli studenti seguono l’ora di religione cattolica in modo passivo, superficiale, senza una vera partecipazione intellettuale ed emotiva. Riusciranno i nuovi OSA a rovesciare questo atteggiamento?

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