Progetto di innovazione per la primaria: prime difficoltà

Le istituzioni scolastiche sono chiamate, nella loro libera determinazione, a rielaborare, per il prossimo anno scolastico, i piani dell’offerta formativa, relativi ai primi due anni della scuola primaria…”. Questo passaggio (“sono chiamate”), contenuto nella circolare n. 62 che accompagna il nuovo decreto sul progetto di innovazione nella scuola primaria da settembre, non è piaciuto per niente ai sindacati che hanno ritenuto la dizione come obbligo da parte delle scuole di aderire al progetto, mentre sarebbe libero e facoltativo solamente il modo di realizzarlo.

Che è come dire: fatelo come volete, ma fatelo.

Preoccupano poi altri passaggi contenuti nella circolare soprattutto con riferimento agli aspetti applicativi del decreto che, nella loro esemplificazione andrebbero, secondo i sindacati, al di là dei contenuti stessi del decreto.

L’interpretazione sindacale risente ancora probabilmente dei postumi che hanno accompagnato il parere del Cnpi del 15 luglio scorso, nel cui dibattito è risultata dominante una specie di pregiudiziale verso l’Amminsitrazione la quale, non vincolata da precise norme, avrebbe potuto obbligare le scuole ad attuare comunque il progetto.

Le rassicurazioni ministeriali in proposito sembravano avere ottenuto l’effetto di rasserenare gli animi, ma la frase incriminata sembra aver riaperto le ostilità, da parte soprattutto di quei sindacati che con le proprie rappresentanze all’interno del Cnpi avevano garantito il parere favorevole al decreto.

A dire il vero un successivo passaggio della circolare 62 dovrebbe rassicurare laddove si afferma che “… i predetti interventi innovativi … rappresentano per le scuole primarie, limitatamente alla prima e alla seconda classe, facoltà di libero esercizio…”

Probabilmente il Miur dovrà emanare una nota esplicativa se vuole evitare che anche le forze favorevoli al progetto di innovazione non facciano marcia indietro.