Profumo e il CNR: perseverare diabolicum

In una breve dichiarazione riportata venerdì dalle agenzie il ministro dell’Istruzione, dell’Università e delle Ricerca, Francesco Profumo, è tornato sulla questione del suo doppio incarico: di ministro dell’attuale governo e di presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), per nomina del governo precedente.

Lo ha fatto non per riconoscere (traendone le conseguenze), o contestare nel merito, la fondatezza delle ragioni di chi lo invitava a scegliere la tra funzione di controllore (come ministro) e quella di controllato (come presidente del CNR), come aveva fatto il giorno prima (giovedì) Gian Antonio Stella in un articolo in prima pagina del Corriere della Sera (“La doppia poltrona del ministro – Profumo e quel (mancato) bel gesto”), ma per fare presente di non aver ricevuto alcuno stipendio dal CNR, avendo continuato a ricevere quello del Politecnico di Torino, e di aver avviato al CNR una “attività di riorganizzazione” al termine della quale avrebbe lasciato la presidenza.

Profumo ha scelto così di restare “appeso come un caciocavallo a un parere dell’Antitrust” (copyright di G.A. Stella) sulla compatibilità dei due incarichi e di restare nella “posizione oggettivamente difficile” dalla quale Tuttoscuola (newsletter n. 519 del 15 gennaio 2012), insieme a molti altri, gli aveva consigliato di uscire al più presto. Commette, secondo noi, un errore, perché al di là delle intenzioni dà l’impressione di considerare più ‘sicuro’ l’incarico al CNR rispetto a quello di governo. Perseverare diabolicum…