Profumo apre al dialogo con gli studenti

Ricerca e innovazione sono una condizione essenziale per lo sviluppo” parola del Francesco Profumo, neoministro dell’Istruzione, raccolta in un colloquio con La Stampa nel quale ribadisce il suo ottimismo: “Il Paese è meglio di ciò che appare. I nostri giovani sono bravissimi“.

Nelle sue prime parole da ministro ha cercato di rassicurare proprio loro. Lasciando intendere che tutelerà la scuola pubblica, “molto importante in Italia“. Ma, al tempo stesso, chiarendo che non si può solo giocare in difesa. Ad esempio: non cercherà di riportare in Italia i “cervelli” fuggiti. Indica quindi una sfida duplice: aumentare il numero dei ricercatori, 3,4 ogni mille abitanti, il valore più basso d’Europa. E farlo attraverso la mescolanza: “L’internazionalizzazione è fondamentale. Bisogna creare le condizioni affinché i giovani possano fare esperienze all’estero o lavorare in Italia con colleghi provenienti da altre parti del mondo“. E ad un mondo che spesso ha vissuto con insofferenza le riforme degli ultimi anni, lancia segnali distensivi: “Gli studenti hanno bisogno di certezze. Da noi si aspettano indicazioni per poter crescere nel miglior modo possibile“.

Gli universitari già chiedono lo stralcio della riforma Gelmini. Profumo non si sbilancia, ma tende una mano: “Li ascolterò. Visiterò scuole e università. Voglio parlare con i ragazzi, capire quali sono le loro aspirazioni, le difficoltà“. A quel punto getterà le basi per un disegno che non sia di piccolo cabotaggio ma provi a lasciare il segno: “Serve un programma di medio termine, una strada su cui muoversi senza strappi, dando l’idea che il Paese ha un progetto“. Il suo l’ha tracciato poco dopo la prima riunione del consiglio dei ministri: “Dobbiamo ridisegnare la relazione tra ricerca, formazione e sistema delle imprese, tornare a presidiare settori ad alta tecnologia ed elevato valore aggiunto, con aziende di dimensioni adeguate che valorizzino la conoscenza“.