Prof sospesa, Rosa Maria Dell’Aria presenta ricorso e chiede 10 mila euro di risarcimento

È stato depositato la mattina dell’11 giugno scorso il ricorso contro la sanzione imposta alla professoressa Rosa Maria Dell’Aria, la prof sospesa per 15 giorni a causa di un video in cui i suoi alunni paragonavano il decreto sicurezza alle leggi razziali.

“Il ricorso – ha spiegato a PalermoToday l’avvocato Alessandro Luna –  è teso all’ottenimento della dichiarazione di illegittimità della sanzione disciplinare inflitta”. Il procedimento di conciliazione che aveva annunciato il ministro dell’Istruzione, AMrco Bussetti, e cui stava lavorando il MIUR, prevedeva la dichiarazione di illegittimità della sanzione. Ma secondo quanto riporta PalermoToday, i tecnici del Ministero avrebbero proposto l’esclusione dal procedimento del dottor Anello, in quanto non responsabile dell’Ufficio scolastico regionale, attualmente senza un capo dopo che la direttrice Maria Luisa Altomonte è andata in pensione. Però per l’avvocato Luna, Marco Anello, essendo il vicario della dirigenza regionale, non può essere escluso. 

La professoressa Dell’Aria ora chiede un risarcimento di 10 mila euro “o nella minore o maggiore misura che il giudice riterrà equo” per danno all’immagine e alla reputazione professionale. “Il ricorso è assolutamente fondato e arriveremo alla revoca della sanzione che – continua Luna – viola gli articoli della Costituzione, la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e la stessa Dichiarazione sui diritti dell’uomo”. Secondo i legali “il controllo dell’insegnante può essere solo diretto al contenuti didattico scientifico dell’elaborato ma non può spingersi a sindacare la manifestazione di pensiero elaborata dagli alunni a meno che questa manifestazione di pensiero non sia contraria al buon costume, non contenga elementi offensivi o non minacci l’ordine pubblico”. “Sosteniamo inoltre – conclude Luna – che in ogni caso andare a sindacare sul contenuto delle lezioni dell’insegnante è comunque contrario al principio di libertà dell’insegnamento anch’essa costituzionalmente garantita”.