Presidi: non sceriffi, non manager, non robot, non surrogati, ma Dirigenti effettivi

Convegno riuscito quello organizzato giovedì alla Camera dall’on. Elena Centemero, coordinatrice nazionale scuola università e ricerca di Forza Italia, sulla dirigenza scolastica.

Nonostante il titolo un po’ provocatorio del convegno, "Presidi: sceriffi o manager?", i relatori, responsabili di associazioni di dirigenti scolastici o dirigenti loro stessi, non hanno scelto la linea del "piangersi addosso" o di sostenere rivendicazioni contrattuali, pur non nascondendo la necessità che per loro venga assicurato un riconoscimento di poteri decisionali effettivi commisurati al carico (non lieve) di responsabilità.

Carmela Palumbo, direttore generale del Miur, ha messo in evidenza come il sistema di valutazione comporta per il dirigente scolastico una responsabilità per obiettivi di processo e di risultato non disgiunta dalla autovalutazione della scuola e dal piano triennale dell’offerta formativa.

Giorgio Rembado, presidente dell’ANP, dopo aver ricordato che vi è stata una guerra preventiva contro i poteri del dirigente, ha auspicato che venga data piena attuazione all’odg votato dal Parlamento in occasione del varo della riforma della PA, che prevede, in sede di decretazione attuativa, il coordinamento tra la legge 107/15 e la riforma della Pubblica Amministrazione nella logica dell’unicità del ruolo unico dirigenziale.

Francesco De Sanctis, già direttore generale in diversi Usr, ha rilevato come sulla capacità del dirigente scolastico si gioca la riuscita della riforma. In particolare ha decisamente convenuto che alla responsabilità deve corrispondere il potere decisionale.

Ezio Delfino, presidente DISAL (Dirigenti Scuole Autonome e Libere), si è soffermato in particolare sul ruolo del dirigente all’interno di un modello di scuola come comunità.

Come ha rilevato al termine il moderatore degli interventi, Sergio Govi della redazione di Tuttoscuola, nessuno (pur avendo tutte le ragioni per dirlo) ha parlato di retribuzione inadeguata, nonostante la retribuzione dei dirigenti scolastici non sia una retribuzione da dirigente, bensì quella di un quadro intermedio con tutte (e di più) le responsabilità di un dirigente, come emerge dalla comparazione con il settore privato, fatta in un recente studio di Tuttoscuola (scaricabile gratuitamente a questo link