Prende forma il “canale professionale”. Faticosamente

L’attenzione dei mass media si è concentrata in queste ultime settimane sulla sperimentazione dei nuovi ordinamenti della scuola dell’infanzia ed elementare, e sulle due principali novità: l’anticipo dell’età di iscrizione e il nuovo modello organizzativo e didattico, centrato sul maestro prevalente-coordinatore-tutor.
Innovazioni importanti, entrambe riconducibili alla legge Moratti (la cui discussione in aula al Senato ha subito un ulteriore rinvio: non avverrà prima di giovedì prossimo).
In ombra è rimasta la terza novità, anch’essa oggetto di sperimentazione, l’avvio del nuovo canale della istruzione e formazione professionale, che è però ai nastri di partenza nelle cinque Regioni (Piemonte, Lombardia, Lazio, Molise, Puglia) che hanno sottoscritto apposite “Intese” con il MIUR. C’era il rischio che ciascuna Regione facesse a modo suo, e che la sperimentazione uscisse schiacciata sul modello della Formazione professionale regionale, e senza minimamente coinvolgere il sistema scolastico. Così non sarà perché le iniziative sperimentali saranno concordate e monitorate da un’apposita Commissione nazionale mista di pilotaggio della quale faranno parte rappresentanti del MIUR, del ministero del Lavoro e delle Regioni.
Parallelamente, intanto, stanno partendo anche i corsi biennali di 2400 ore promossi in attuazione della legge 144, art. 68, sull’obbligo formativo a 18 anni, riservati ad allievi che abbiano assolto o siano stati prosciolti dall’obbligo scolastico elevato a 15 anni dalla legge n. 9/99. Il rischio di una certa confusione di modelli e di percorsi esiste, ma potrà essere evitato, ormai, solo in presenza di compiute e definitive scelte politiche e legislative.