Precedenza ai veneti per asili e buoni scuola, divampano le polemiche

Lo slogan “Prima i veneti”, che ha accompagnato Luca Zaia in tutta la campagna elettorale sembra tradursi sempre di più in azioni di fatto, anche per quello che riguarda la scuola. Accade così che tre progetti di legge che dispongono la precedenza assoluta nelle graduatorie di accesso ad asili e servizi per la prima infanzia, buoni scuola e case popolari a chi risiede in Veneto da almeno 15 anni, hanno ricevuto il primo via libera in Commissione affari istituzionali del consiglio regionale.

Ovviamente, sono divampate le polemiche. Il Pdl, con l’eccezione dell’ex sindaco socialista di Venezia Nereo Laroni, ha appoggiato l’iniziativa della Lega, mentre hanno assunto una posizione contraria il centrosinistra e l’Udc.

Norme demenziali e razziste“, le ha definite Laura Puppato, capogruppo del Pd. “Proposte di pura propaganda che discriminano bambini e famiglie“, ha aggiunto Stefano Valdegamberi dell’Udc. Ma alle critiche dell’opposizione si è associato anche Laroni: “Odioso discriminare i bimbi. Mi rifiuto di votare queste proposte di legge. La Lega dovrebbe ritirarle“.

Di diverso avviso il Carroccio. “Queste proposte di legge – ha ricordato Federico Caner – fanno parte del programma elettorale con cui abbiamo vinto le elezioni. La proposta non è in contraddizione con la Costituzione poiché non parla di “esclusione”, bensì introduce il criterio di priorità“. I leghisti non transigono sul principio della precedenza per i veneti, ma hanno manifestato disponibilità a “rivedere il limite dei 15 anni“.

Sull’argomento, si è espressa criticamente la Chiesa che attraverso Monsignor Fabio Longoni, delegato alla Pastorale Sociale, parla di incostituzionalità del testo legislativo “perché discrimina i cittadini nei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione“.