Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Precariato e storia locale. Botta e risposta Gelmini/Bastico

Tra ieri e oggi nuovo botta e risposta tra il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, e la responsabile Scuola del Pd, Mariangela Bastico.

La titolare dell’Istruzione ha parlato ieri al Forum Ambrosetti di Cernobbio, toccando il tema del precariato e dello studio dei dialetti. Il ministro ha negato che vi sia una guerra tra l’esecutivo e i precari della scuola: “Non esiste nessuna guerra: c’è un disagio sociale assolutamente legittimo. Il governo non solo ne ha il massimo rispetto ma sta anche lavorando per risolverlo“.

La Gelmini si è detta fiduciosa sulla portata delle misure discusse nell’ultimo Consigli dei Ministri a difesa dei precari: “Penso che il provvedimento che verrà approvato mercoledì in consiglio dei ministri sia un provvedimento importante, che va nella giusta direzione. È chiaro poi che servono le riforme, perché ad esempio il sistema delle Ssis, il reclutamento fatto in questo modo, ha originato il precariato“. Il ministro ha poi fornito alcune indicazioni sulla questione ammortizzatori: “Con la chiusura degli accordi di programma in alcuni casi proprio subito, in altri solo dopo l’approvazione della convenzione con l’Inps. Però i tempi sono brevi“.

Quanto allo studio dei dialetti, la Gelmini ha spiegato che con la riforma della scuola secondaria nel 2010 “si presterà attenzione all’ammodernamento dei programmi“, che potranno includere anche la storia locale. Però “sul dialetto – ha aggiunto il ministro – si è fatta una polemica estiva forse anche sovradimensionata. Se questo rientra nello studio della storia e delle tradizioni locali non credo si debba polemizzare. I problemi della scuola sono altri“.

L’ex viceministro del governo Prodi Mariangela Bastico ha commentato oggi queste dichiarazioni, spiegando che “ancora una volta il ministro Gelmini cerca di distogliere l’attenzione dai problemi veri della Scuola: tagli alle risorse, precari, le classi al limite dell’agibilità didattica con 33 alunni, drastica riduzione dei sostegni ai disabili“.

La senatrice del Pd giudica negativamente anche il rispuntare del “tema del dialetto e della storia locale“, caro alla Lega, per poi concludere con una critica al ritorno dei “programmi rigidi e centralizzati di gentiliana memoria“, che cancella “di colpo l’autonomia scolastica e il nuovo modo di lavorare per obiettivi di apprendimento da perseguire. Abbiamo il localismo più sfrenato imposto secondo logiche centraliste. La morte del federalismo“.

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