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Posti di sostegno: la Carrozza si allarga

In occasione del question time della scorsa settimana alla Camera su interrogazione urgente del deputato D’Uva del M5S (che alla fine si è dichiarato insoddisfatto), il ministro dell’istruzione Carrozza ha affrontato lo spinoso problema del reclutamento nella scuola, rimanendo prudentemente nell’ambito dell’esistente e rimandando ad altro momento l’ancora più spinosa questione del precariato scolastico (peraltro annunciato alle Camere, come straordinario oggetto di studio).

Il ministro ha presentato il consuntivo del piano triennale di assunzioni (compreso il terzo e ultimo anno – il 2013/14 – con l’ipotesi di prossime 15 mila nuove assunzioni di docenti/Ata); ha ammesso le limitazioni di posti disponibili per nuove immissioni, in conseguenza della riforma Fornero; ha prospettato l’ipotesi di nuovo piano triennale di assunzioni sulla semplice rilevazione del turn over.

Una relazione mantenuta strettamente nell’ambito tecnico-amministrativo, asciutta, concreta, senza slanci politici e presentata con il convitato di pietra, il precariato.

C’è stato, tuttavia, un passaggio del ministro sui posti di sostegno, in cui, rispetto a quanto illustrato in precedenza davanti alle Commissioni istruzione delle Camere ruolo, il ministro sembra essersi “allargata” un po’ troppo.

Nelle sue linee programmatiche Carrozza aveva dichiarato di volere trasformare in organico di diritto il maggior numero di posti di sostegno oggi attivati (circa 30 mila), precisando che in tal modo l’onere finanziario sarebbe stato piuttosto contenuto (pagamento dei mesi estivi per i precari nominati per l’anno intero e oggi nominati, invece, soltanto fino al 30 giugno). È bene ricordare che per tutte queste ipotesi è indispensabile l’ok del MEF (e non sarà cosa da poco).

Nel question time il ministro Carrozza ha reso noto che sono al vaglio “misure per introdurre, gradualmente e compatibilmente con le risorse disponibili, il personale docente del sostegno e raggiungere sostanziale equivalenza tra organico di diritto e di fatto nel sostegno, con l’inquadramento in ruolo dei ca 30mila docenti di sostegno che vengono impiegati”.

Non solo trasformazione della natura dei posti, ma anche immissioni in ruolo che andrebbero ad aggiungersi al nuovo piano triennale di assunzioni. Una sfida in più al MEF.  

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