Polemiche sulle impronte dei bambini rom. Gelmini: giusto prenderle.

Non voglio più lasciare soli questi bambini che di fatto vivono in uno stato di abbandono. Sono almeno 23.000 i minori rom che ogni giorno mancano all’appello delle maestre. Il 66% dei minori rom non è mai andato in classe. Darò un’istruzione a questi 23mila bambini“.

E’ decisissima Mariastella Gelmini nel sostenere la tesi del ministro dell’interno Maroni, favorevole al censimento dei rom, e nel chiederne l’applicazione prioritaria nel settore della scuola, dove l’evasione scolastica è un fenomeno estremamente diffuso.

Il riconoscimento attraverso le impronte digitali serve a garantire i minori non certo a discriminarli“, sostiene il ministro, dal momento che “l’identificazione con una semplice fotografia sul documento in effetti non è sufficiente. Spesso i genitori disconoscono i propri figli, cambiano loro identità“.  

Ha ragione, dunque, Maroni, e ha torto Famiglia Cristiana, che ha attaccato apertamente il provvedimento definendolo una “indecente proposta razzista“: “uno Stato – ha detto la cattolica Gelmini – non può dirsi cattolico o attento se fa finta di non vedere che i bambini rom non vanno a scuola e vengono invece utilizzati per l’accattonaggio“.