Podcast e Apprendimento

di Gianluca Nocera*

Oramai sempre più frequente è la possibilità di incrociare il termine “podcast” nelle nostre discussioni così come sempre più frequentemente è possibile imbattersi nell’ascolto di qualche episodio proposto in podcast. Ma cosa sono esattamente i podcast e perché in ambito educativo-didattico questi possono essere considerati ottimi strumenti di produzione e apprendimento?

Innanzitutto una brevissima introduzione terminologica: Podcast è l’unione dei termini “iPod” e “Broadcast”. Potremmo quindi dire che il podcast è una trasmissione file media su strumenti di ascolto come l’iPod che ne rappresenta un’icona di riferimento. È palese però che l’iPod è solo un richiamo storico e che non vuol essere l’esclusivo strumento di ascolto, tant’è che lo strumento di elezione che forse è maggiormente più diffuso nelle nostre tasche rimane lo smartphone che anche grazie all’utilizzo di app dedicate permette una fruizione dei contenuti podcast molto semplice e organizzata. Non da meno però possiamo accedere a questi contenuti anche con innumerevoli altri device (pc, tablet, smart tv ecc).

La definizione più classica è questa: Podcasting indica una risorsa audio/video fruibile in qualsiasi momento, scaricata automaticamente in un formato (come mp3) dal sito dell’emittente e salvata nella memoria di un dispositivo per la riproduzione. È quindi: asincrona, off-line e nomadica.

Continuando a precisare diciamo appunto che i podcast sono sostanzialmente programmi audio (ma anche video) trasmessi in internet su piattaforme e che per la loro natura ad episodi (più o meno brevi) sono perfetti per essere ascoltati in qualunque momento della giornata (asincrona) o mentre si fanno altre attività (nomadica) e poiché l’episodio o gli episodi sono stati già precedentemente scaricati, magari con app dedicate che fanno il tutto in maniera automatica, non abbiamo necessità neanche di un collegamento in rete (off-line). Magari mentre guidiamo possiamo ascoltare della sconfitta di Napoleone a Waterloo oppure mentre cuciniamo appunto ascoltare una ricetta, ma anche mentre facciamo una passeggiata ascoltare la vita e le peripezie di Oscar Wilde. Nei podcast possiamo praticamente ricercare qualunque contenuto noi desideriamo e anche grazie a degli aggregatori dedicati capire della bontà e della qualità di quel contenuto.

Ecco, questo è un punto su cui soffermarci un secondo.

Internet è uno strumento magnifico che dà voce a chiunque e purtroppo, in questa Agorà globale, ma bisogna riuscire a riconoscere chi propone contributi realmente costruttivi da chi invece porta più che altro confusione e contenuti imprecisi (evito di considerare anche quelli “in malafede” che purtroppo ci sono).

I podcast che sono quindi atomi della produzione che gira in rete possono seguire queste differenziazioni: essere prodotti di qualità ad alto valore aggiunto, ma anche sottoprodotti di bassa fattura. Per fortuna la frase “sta a te decidere” può essere per buona parte elusa grazie appunto all’ottimo lavoro degli aggregatori che permettono grazie ad una serie di algoritmi e di raccolta di feedback di categorizzare e di proporre canali e contenuti adatti ai gusti di ciascun e soprattutto elevando ai primi risultati i meritevoli di ascolto.

Ci siamo soffermati per ora solo sul profilo di consumatore, ma l’aspetto interessante di un podcast può essere invece la possibilità di essere noi stessi produttori e creatori di contenuti da mettere a disposizione degli altri. E quest’aspetto, ai fini didattici, può essere una risorsa immensa.

Quante volte abbiamo visto “Il giornalino di classe”? Il classico esercizio di gestione redazionale con la suddivisione dei compiti per la produzione di un qualcosa che non è finalizzato per forza ad un uso interno, ma che invece ambisce a essere prodotto per l’esterno, da essere diffuso il più possibile. Ebbene questa possibilità ce la può dare la gestione di uno o più canali podcast, magari monotematici o generalisti. Qui la scelta dei contenuti, dell’episodicità, della lunghezza delle puntate, dello stile di narrazione (una o più voci, registro espositivo, timbro vocale, editing audio) sta poi al gruppo di alunni/docenti che deciderà di sviluppare l’idea. La varietà qui è qualcosa di imperativo e di ineludibile. Per un verso un bene, per un altro può però essere un motivo di frustrazione, ma che un buon docente guida è in grado di risolvere orientando.

Creare audioguide di un museo o di un quartiere cittadino, realizzare interviste impossibili con i personaggi della storia e della letteratura, raccontare la vita degli scienziati e delle loro scoperte, recitare poesie e tutto ciò che pedagogicamente può essere valido è materia di produzione.

E produrlo è anche molto semplice, oltre che gratuito (il più delle volte).

Non starò qui a fare nomi di brand e prodotti, ma basterà fare una semplice query su motore di ricerca del tipo “come realizzare un podcast” per avere tantissime risposte e guide.

Per esperienza posso dire che se si hanno idee chiare su ciò che si vuol realizzare e si ha voglia, davvero in pochissimo tempo sarà possibile realizzare una web radio potenzialmente ascoltabile dal Polo Nord alla Nuova Zelanda. Conosco esempi di amatori che hanno cominciato per gioco, ma che mettendo cura ed amore, raggiungono decine di migliaia di download ad episodio.

L’aspetto metacognitivo dell’esperienza podcast è evidente e bisogna anche considerare tutte le altre skills che si vanno a potenziare.

Competenze di tipo relazionale ed emozionale: basti pensare all’inevitabile gestione dei gruppi e dei ruoli per la creazione di questo o di quell’episodio, ma anche all’abituare un alunno a parlare in pubblico o a gestire la voce (il cosiddetto “Public Speaking”).

Competenze di gestione: si lavora sulla responsabilizzazione di un prodotto editoriale che impone scadenze e qualità.

Competenze digitali per la creazione dell’episodio con l’utilizzo di software specifici e per l’editing audio.

Competenze di diritto e legalità: capire cosa poter utilizzare senza ledere i diritti di autore (magari per la costruzione di sigle o tappetini musicali evitando di usare materiale protetto).

Cosa però notevole è il lavorare proprio sugli obiettivi disciplinari quali la scrittura (un episodio prima che registrato va scritto), la lettura (si deve gestire volume, intonazione, timbro), abilità narrative (non basta cioè leggere, ma è necessario interpretare e dare una specificità) e anche quelle di sintesi (bisogna essere chiari ed evitare inutili digressioni).

Realizzare un podcast è facile, divertente, coinvolgente, creativo ed è anche un’ottima proposta di apprendimento esperienziale e di tecnica di “Flipped Classroom”.

Se realizzato bene oltre che essere attività didattica encomiabile, potrebbe diventare vetrina verso l’esterno delle attività di quella classe/scuola.

*Docente Animatore Digitale C.P.I.A. Caserta e componente Équipe Formativa Territoriale Campania

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