‘Pillole del sapere’: prosciolti tre funzionari Miur

Si è chiusa con un nulla di fatto giudiziario la vicenda delle “pillole del sapere”. “Non luogo a procedere perché il fatto non costituisce reato”, ha sentenziato il gup di Firenze, Tommaso Picazio. Sono così stati prosciolti l’ex capo del dipartimento Programmazione e gestione delle risorse del Miur, Giovanni Biondi, l’ex direttore generale del Dipartimento per lo Studente del dicastero di viale Trastevere Massimo Zennaro e il direttore dell’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica, Antonio Giunta La Spada.

I tre funzionari pubblici erano stati accusati di irregolarità nella gestione dei fondi del ministero dell’Istruzione destinati alla ricerca e legati a prodotti didattici multimediali.

Il procedimento era stato avviato dalla procura di Roma alla luce di un dossier anonimo che faceva riferimento in particolare all’affidamento nel 2010 dell’appalto per le ‘Pillole del sapere’: spot educativi di 3 minuti ognuno destinati alle scuole.

Nel dicembre 2011 la direzione generale dello studente, diretta allora da Massimo Zennaro, assegnava ad Ansas 1.300.000 euro per sviluppare il tema della digitalizzazione e della multimedialità nelle scuole.

Il Capo dipartimento Biondi nel gennaio 2012 costituiva la commissione congiunta Miur-Ansas per dare un supporto tecnico e didattico all’individuazione delle tematiche più urgenti e più sentite all’interno degli istituti. L’Ansas a quel punto decideva di acquistare attraverso Consip, l’ente del Ministero delle Finanze per la trasparenza degli acquisti nella Pubblica Amministrazione, contenuti multimediali dell’azienda Abc per 730.000 euro.

La trasmissione Report parlava di “soldi a palate all’azienda di Ilaria Sbressa, moglie di Andrea Ambrogetti, direttore delle relazioni istituzionali di Mediaset e presidente dell’associazione del digitale terrestre”.

Dopo tre anni sono cadute le accuse di abuso d’ufficio e la vicenda è stata chiusa.