Piano scuola estate, Giannelli (ANP): ‘Un piano per aiutare chi ne ha più bisogno, ma non mancano le difficoltà’

Un piano per permettere ai ragazzi di recuperare quanto hanno perso durante la pandemia da Covid 19. E’ quanto si propone di fare il piano scuola estate presentato qualche giorno fa in un circolare del MI firmata dal capo dipartimento, Stefano Versari. Un piano dalle intenzioni, dunque, assolutamente positive. Eppure il progetto continua ad essere davvero molto discusso per via delle criticità che presenta. Ne abbiamo parlato con il presidente dell’ANP, l’associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, nel corso della puntata del 19 maggio scorso de “L’ora di buco, storie di vita scolastica”, la trasmissione radiofonica di Tuttoscuola su Radio Cusano Campus.

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Riascolta tutta la puntata de L’ora di buco, storie di vita scolastica del 19 maggio

“Le scuole soffrono per una generale carenza di risorse – ha spiegato Giannelli -. In questo caso le risorse economiche ci sono, dobbiamo dirlo, e sono anche cospicue. Ma le scuole hanno bisogno anche di altri tipi di risorse. Tanto per capire: se la segreteria di una scuola non ha abbastanza dipendenti che sappiano cosa fare, in particolare, per questa situazione, è chiaro che può trovarsi a malpartito se deve contattare molte associazioni del territorio e reperire esperti esterni che devono insegnare le discipline che non si insegnano a scuola. Aggiungiamo che la gestione dei PON, perché buona parte dei finanziamenti di questo piano deriva da un PON, è caratterizzata da una notevole complessità tecnica e amministrativa. Poiché non tutti i dipendenti delle segreteria lo sanno fare questo può comportare grandi difficoltà. Vorrei che tutti capissimo che quando la scuola realizza una certa attività, dietro c’è un grosso lavoro di segreteria. Se non c’è questo lavoro dietro alle quinte, il lavoro davanti alle quinte non si può fare”.

E questi non sarebbero gli unici problemi. Secondo una recente indagine di Skuola.net, sembrerebbe che siano pochi i ragazzi – almeno quelli più grandi – che andrebbero a scuola nel periodo estivo. Il piano scuola estate sarebbe dunque a rischio flop? “Io dico che come spesso accade il nostro sistemo scolastico è molto a macchia di leopardo – ha risposto il presidente dell’ANP -. Se intervistiamo ragazzi che vengono da ambiente socio culturali più evoluti, o comunque meno difficoltà relazionali, questi sentiranno meno l’esigenza di usufruire di questa opportunità. Ho invece già un feedback di positivo da chi proviene da ambienti più deprivati. Non mi aspetto certo che tutti gli studenti corrano a scuola. Come dice il Ministro, e io sono d’accordo con lui, qui stiamo parlando di fare qualcosa per coloro che ne hanno più bisogno. Questo è un piano che punta ad aiutare soprattutto chi ne ha più bisogno”. 

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