Piano programmatico: è pregiudiziale per le Regioni lo stralcio dell’art. 3

Spirano venti di guerra sulle relazioni istituzionali governo-regioni. Lo scontro è centrato sul piano programmatico del ministro Gelmini che incide profondamente sugli assetti ordinamentali, organizzativi del sistema di istruzione e formazione. Le Regioni  contestano – come afferma Silvia Costa, coordinatrice della IX commissione degli Assessori regionali – “un gravissimo vulnus istituzionale con le Regioni e con gli enti locali” determinato dall’art. 3 del decreto legge n. 154 che ne prevede il commissariamento nel caso non rispettino il termine del 30 novembre per approvare il dimensionamento della rete scolastica.

Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, ha dichiarato che è molto grave che la norma sia stata approvata senza che le Regioni abbiano avuto la possibilità di conoscerne preventivamente il contenuto. Questo – ha continuato Errani – è inaccettabile alla luce anche del lavoro congiunto portato avanti nella definizione dei principi sul disegno di legge sul federalismo fiscale. Risultato? In Conferenza Unificata le Regioni e gli Enti locali hanno posto la pregiudiziale di stralcio dell’articolo durante la discussione e la conversione del decreto legge in Parlamento.

Il ministro dell’istruzione Gelmini ha replicato duramente: “capisco la posizione legittima delle regioni, ma in 10 anni i parametri che dimensionano gli istituti scolastici non sono mai stati rispettati“.

Il ministro per gli Affari Regionali Fitto, consapevole della delicatezza della questione posta dalle Regioni, ha preso tempo per avviare il necessario confronto politico interno al governo, rinviando la seduta a data da destinarsi.

Il braccio di ferro istituzionale non giova alla scuola e senza un passo indietro delle parti in causa sarà difficile realizzare una corresponsabilizzazione dei diversi livelli istituzionali per la determinazione della rete scolastica sul territorio.