Perché sono favorevole al “minisciopero”

Sulla questione degli scioperi nella scuola, un argomento che ritorna con una certa frequenza nel dibattito piuttosto che nelle adesioni della categoria, riceviamo e volentieri pubblichiamo questa riflessione di un ex-dirigente scolastico.

Nelle ultime settimane, con frequenza crescente, affiorano qua e là sulla stampa, in forma quasi impercettibile, riflessioni intorno alla validità dello sciopero come strumento per la risoluzione delle controversie e come strumento di lotta più in generale. In una ottica siffatta si ritengono del tutto inutili e sostanzialmente improduttivi e insignificanti i cosiddetti scioperi brevi, ribattezzati anche con l’appellativo di “miniscioperi”.

Alla luce della mia lunga e irrituale esperienza sindacale ritengo opportuno spezzare una lancia a favore degli scioperi brevi, in quanto non riesco a vedere – come recentemente è stato scritto a proposito delle azioni sindacali avverso le discutibili decisioni assunte dal Governo Monti – alcun “contrasto tra l’ampiezza dell’iniziativa (sciopero generale) e la sua ristrettezza temporale (una sola ora di sciopero)”.

In passato, si è abusato di quelli che oggi definiremmo “scioperi preventivi”, cioè di scioperi con cui si apriva una vertenza e che avrebbero potuto avere una notevole pregnanza se indetti come dimostrazione di volontà di lotta a trattativa avviata. In tal caso, sarebbe stato sufficiente anche l’astensione di una sola ora dalle attività lavorative.

A mio avviso, infatti, dobbiamo superare lo stereotipo secondo cui lo sciopero, per produrre risultati, deve danneggiare una controparte ottusa e riottosa (nei pubblici servizi, fra l’altro, i danneggiati sono i fruitori del servizio stesso e, quindi, con molta probabilità, poveri cristi che stanno peggio dei lavoratori in lotta!); al danneggiamento della controparte, come dimostrato dalle prime azioni di lotta della fine dell’ottocento, bisogna arrivare come estrema ratio, dopo aver esperito tutte le possibili vie di conciliazione. Lo sciopero di più giorni (addirittura a oltranza) viene invocato, troppo spesso, come alibi da chi non vuole aderire neppure a iniziative di breve o di più breve durata.

Se, pertanto, deve essere la dimostrazione di volontà di lotta, di determinazione ad andare fino in fondo, nelle fasi iniziali di una vertenza ben vengano gli scioperi brevi, i miniscioperi, che costano poco ai lavoratori e fanno male poco ad altri lavoratori! Per le lotte a tempo indeterminato, per le occupazioni a oltranza, per salire su tetti e su torri c’è, purtroppo, sempre tempo, auspicando che non ce ne sia bisogno!

Adolfo Gente